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All’India si riscopre l’Amore

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Al Teatro India, fino al 16 ottobre, è in scena “Amore“, l’ultima commedia di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, prodotta dalla Compagnia Scimone Sframeli.

Sullo sfondo di un ipotetico cimitero, due coppie comuni senza nome: il Vecchietto (Spiro Scimone) e la Vecchietta (Giulia Weber), il Comandante (Francesco Sframeli) e il Pompiere (Gianluca Cesale), che mettono in scena la loro quotidianità probabilmente ormai perduta.

“L’Amore è una condizione estrema e, forse, eterna”.

Due coppie sono vicine alla morte. I loro dialoghi sono estremamente puri e innocenti, quasi come quelli dei bambini, e inneggiano alla ricerca del senso della vita, senso che può essere trovato con l’analisi del sentimento amoroso. In scena il tempo sembra quasi “sospeso”, come se i personaggi vivessero l’ultimo giorno della loro vita.

Attraverso questi dialoghi, spesso surreali e incalzanti, a volte a sfondo ironico, viene sollecitato il sottile filo che esiste tra la verità e la tragedia. Uno dei temi centrali dell’opera è quello della Memoria, che emerge spesso quando la vecchietta chiede al marito di ricordarsi della loro giovinezza, del tempo passato e perduto per sempre. Con estrema leggerezza Scimone è, infatti, capace di analizzare temi esistenziali estremamente complessi e delicati, mettendo in scena la Vita. E anche la Morte.

La sua è una vera e propria ricerca dell’ “assenza teatrale“; egli, infatti, non perde mai il contatto fra attori e pubblico, è anche il testo gioca un ruolo centrale. Il quotidiano e il tragico sentimento amoroso viene messo in scena attraverso la ripresa di elementi estremamente semplici, quasi poetici. L’Amore come condizione eterna viene più volte messo in discussione dal tempo che scorre e dai ricordi che non tornano più.

Amore non è quindi solo il titolo dell’Opera, ma anche l’appellativo con cui la vecchietta chiama quasi ossessivamente il marito, ripetizione che porta il termine” amore” a perdere valore e il suo significato originario.

Scimone stesso afferma che “L’intimità scorre lungo un tempo sospeso, al ritmo di parole ripetute e ossessive che delineano dettagli di intimità domestica, ormai trasfigurate dalla nebbia della vecchiaia, dove (citando il testo) le fiamme possono divampare all’improvviso!”

Uno spettacolo intenso e ironico, mai banale. Un’Opera che porta alla riflessione sul vero significato della vita e sull’essenza del teatro attraverso un linguaggio semplice e comprensibile.