Ascanio Celestini in scena al Teatro Tenda di Finale Emilia il 9 marzo alle ore 21 con Storie e controstorie mentre il 10 marzo alle ore 21 porta in scena al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia Laika.
In Storie e controstorie Celestini dona corpo e voce ad alcuni dei racconti pubblicati in Io cammino in fila indiana, altri aggiunti nella versione francese del suo ultimo spettacolo, Discours à la Nation, e altri ancora scritti per l’occasione. L’attore e autore sale sul palco accompagnato da un microfono e poche luci per dare vita a quello che il critico Andrea Porcheddu ha definito “un puzzle sentimentale, emotivo, politico”.
In Laika un Gesù improbabile si confronta con i suoi dubbi e le sue paure: vive chiuso in un appartamento di qualche periferia, dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla.
Nell’appartamento questo Cristo contemporaneo è interessato a ciò che accade fuori, soprattutto vuole sapere del barbone, non per salvarlo dalla sua povertà, ma per fargliela vivere allegramente. Come se il mondo fosse il parcheggio davanti alla sua finestra. Il mondo in mille metri quadrati di asfalto osservati da un paradiso-monolocale pochi metri al di sopra. Insomma non il Cristo che è vero Dio e vero uomo, ma un essere umanissimo fatto di carne, sangue e parole. Non sappiamo se si tratta davvero del figlio di Dio o di uno schizofrenico che crede di esserlo, ma se il creatore si incarnasse per redimere gli uomini condividendo la loro umanità (e dunque anche il dolore), questa incarnazione moderna non potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente.