Nell’ambito della rassegna “Spazio del racconto” al Teatro Brancaccino va in scena “Gl’innamorati di Goldoni” dall’01 al 04 dicembre. La pièce non è l’attualizzazione dell’omonima commedia scritta da Goldoni nel 1759, ma ne è la radicale riscrittura contemporanea. Le differenze fra l’opera originaria e questa nuova commedia sono le stesse che corrono fra l’attualità e la contemporaneità. Una drammaturgia che raduna tutte le opposizioni del sentimento e della morale, tutti i sintomi, le mode, gli stili del presente in una radicale rivisitazione del classico di Goldoni, trasportandolo a un’altra latitudine e a un’altra temperatura del contemporaneo.
Scritto a Bologna nel 1759, Gli innamorati è un canovaccio che ormai da quasi trecento anni splendidamente precipita verso il suo inesorabile lieto fine. La traccia di Goldoni è quella canonica: Eugenia e Fulgenzio – giovani, belli, tremendamente appassionati l’uno all’altra – desiderano sposarsi, ma una serie d’inconvenienti rischia di far saltare l’agognato matrimonio.
Eugenia e Fulgenzio sono, però, anche altro: due luoghi, due nevrosi, due macchine di desiderio, due maschere, due trattati di recitazione: si fingono ciò che non sono, mettono continuamente in scena se stessi. La riscrittura di Fabrizio Sinisi è la messinscena di una convulsa auto-rappresentazione dell’oggi: le sclerosi, i drammi, le potenze del presente. Riscrivere Gl’innamorati ai nostri giorni permette di arrivare a Goldoni “a ritroso”: si deraglia nel trattato antropologico, nello sketch, nella rissa linguistica, nella rifrazione ossessiva, nel concitato dentro-fuori del personaggio.