Supponiamo che in una notte a Rimini un uomo e una donna si incontrino, per caso o per fortuna. Supponiamo anche che lui sia un ladruncolo alle prime armi e lei una elegante ex croupier delle navi da crociera. Supponiamo poi che i due parlino, discutano, si rimbecchino e si amino, forse per gioco, per finta, o forse no.
Supponiamo, infine, che tutto questo sia raccontato e coniugato in un tono tra il serio e il faceto, strappando risate spensierate o sorrisi amari, scivolando dalla tragedia noir alla comicità in un battito d’ali, ma sempre mantenendo una linearità facilmente afferrabile.
Questo è come vuole presentarsi “ Il mondo non mi deve nulla”, ultimo spettacolo scritto da Massimo Carlotto e diretto da Francesco Zecca in programmazione fino all’11 aprile al Sala Umberto di Roma. Lise (Pamela Villoresi) e Adelmo (Claudio Casadio), i protagonisti della performance, sono due personaggi opposti tra loro, due caricature grottesche e tragicomiche di due realtà sociali agli antipodi.
La conflittualità tra il bene, incarnato dall’ingenuo e sempliciotto riminese squattrinato, e il male, nello splendido corpo della dura e pungente tedeschina bella, viene continuamente interrotta, causando nello spettatore sorpresa e stordimento. La dicotomia da essi incarnata tra normalità ed eccesso, tra l’accontentarsi e l’essere eternamente insoddisfatti, tra il vivere ancorati alla realtà e il fantasticare su vite e mondi da sogno si incontrano nel momento in cui entrambe le parti entrano in crisi. Adelmo è infatti costretto a vedere la sua vita uscire dalla tradizionale quotidianità, mentre Lise vede la sua arenarsi nel porto della noia della ripetitività. I due affrontano gli sconvolgimenti del destino in modi opposti: l’uno riabbracciando la vita e l’altra desiderando di fuggirle per sempre.
In scena dunque non c’è una vera e propria commedia, tantomeno un dramma tradizionale: come definire allora questa rappresentazione? Cosa vuole essere? Forse il desiderio è proprio quello di lasciare il pubblico con questo dubbio, con questa sensazione di irrisolto e di sospeso.
Il giudizio rimane in bilico, così come in biblico perpetuo sono le sicurezze che abbiamo riguardo noi stessi, le certezze che ci siamo costruiti sul mondo: Lise non avrebbe mai pensato di essere ingannata da una sgualdrina, regina delle menzogne, Adelmo mai si sarebbe aspettato di tradire la moglie e immaginare un’esistenza altra dalla sua attuale.
Due esseri così distanti e diversi alla fine si ritrovano l’uno accanto all’altra nella bisca clandestina della vita: come comportarsi? Puntare tutto o ritirarsi? Nessuno dei due finora ha mai veramente giocato. Ciascuno dei due cercherà la propria soluzione. Solo uno dei due vincerà la scommessa.
Giulia Zanichelli