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Inossidabile Miele è il moto dell’anima che attende l’amore

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Dire l’indicibile, vivere la contraddizione di voler superare un ostacolo insormontabile, mostrando la rivelazione di un perenne nascondimento: per il mistero dell’Amore le parole non bastano mai, diventano inutili e superflue, vani tentativi di esprimere una forza che non può essere contenuta dalle lettere. È necessario andare oltre e provare forme nuove , rompere la grammatica per tentare di avvicinarsi al cuore del sentimento, libero da descrizioni ridondanti, finalmente vivo.

L’Amore è vita, movimento, corpo danzante: così Domenico Cucinotta inventa un nuovo linguaggio corporeo a partire dalla poesia di Michele Cucinotta Oteri, per esprimere la contradditorietà di un amore tanto desiderato quanto più mancante. Il Teatro Studio Uno  dal 19 al 22 gennaio dà spazio al racconto del bisogno d’amore, così grande da eccedere le parole e trapassare nel linguaggio del corpo e dei segni, in una performance di inspiegabile meraviglia: Inossidabile Miele  è il moto dell’anima che attende l’amore, si protrae verso di esso, languida e irrequieta allo stesso tempo, coinvolgendo il corpo in un flusso continuo, tra sussurri e singulti, pervadendolo da capo a piedi: i passi accelerano e rallentano, il viso si contorce tra smorfie buffe e aperti sorrisi, gli occhi instancabili formano sguardi di tenerezza e angoscia. Tensioni e distensioni si legano grazie a un fil rouge fonico, in una sinfonia continua che ritorna in modo emblematico sulle note e parole di Gershwin con “The man I love”, canzone di un’attesa piena di dolce speranza per raccordare  un Amore spesso frantumato tra infinite parole, per esprimerlo nella potenza vitale di un corpo che danza. Stupore e incanto per un’esibizione che si reinventa senza posa, meravigliando di continuo gli spettatori .