Dal 23 al 02 Ottobre andrà in scena “Frau Sacher-Masoch” presso il Teatro dei Conciatori.
Ispirato alle vere Confessioni di Wanda Von Sacher-Masoch (1906), l’opera affronta le questioni insospettabili di una relazione molto particolare ed insolita. Lo spettacolo, (testo di Riccardo Reim, regia di Antonio Serrano e con la grande interpretazione dell’artista Silvana De Santis), si offre di risolvere, per quanto possibile, le divergenze insite all’interno di un rapporto di coppia alquanto singolare.
Wanda, pseudonimo di Angelika Aurora Rümelin, moglie del celebre scrittore Leopold von Sacher-Masoch, è ormai in preda al delirio. Aspetta seduta in una misera saletta d’attesa di una piccola stazione “dimenticata da Dio”, infreddolita dalla neve, non ha monete né per mangiare, né per sopravvivere. La donna, ormai non più giovane, confabula, borbotta, canticchia e si rivolge a personaggi forse reali, forse immaginari, tormentata dai ricordi di una vita passata.
La sua non è una storia come le altre: il destino volle far incontrare Wanda, giovane cucitrice, e Leopold, famoso scrittore, due giovani dapprima amanti, poi sposi. Il loro matrimonio fu un’unione estremamente peculiare, dominato dalla parafilia dell’uomo, incantato dalle numerose pellicce che regalava alla moglie costretta a partecipare a questi particolari “giochi” di cui il marito era ossessionato. Attraverso contratti, umiliazioni e a volte l’inserimento di un terzo partecipante che doveva contribuire all’inebriante umiliazione, Wanda cerca di convivere con il vizio del marito, soddisfandolo nonostante la presenza in famiglia dei suoi due figli. Il tutto si svolge all’interno di una piccola famiglia borghese.
Il lato oscuro della vita matrimoniale di Wanda viene fuori fin dall’inizio del monologo di Silvana De Santis, la quale vanta una grande interpretazione, nonostante la difficoltà delle tematiche. Si tratta, dunque, di una storia d’amore ambigua e controversa, dove emerge la parte più buia della vita privata di coppia, spesso celata.
Come la fine della “Venere in pelliccia”, opera massima dello stesso Leopold von Sacher-Masoch, così è la fine del matrimonio tra Wanda e Sacher Masoch, il quale ribadisce l’inconciliabilità dei sessi e la loro profonda inimicizia. Il fatto stesso che Wanda fosse prima del matrimonio una donna di chiesa, fortemente pudica e virtuosa, la fa allontanare dal marito, nonostante il suo tenace senso di dovere coniugale e la forte attrazione che la spinge a stargli accanto, appagando le sue manie.
Giunti alla fine dello spettacolo ci accorgiamo di avere di fronte un’opera carica di pathos e sentimento in cui vengono descritti il profilo di quella singolarissima figura che fu Leopold von Sacher-Masoch e, al tempo stesso, l’autoritratto di una donna ambigua e vitale, ipocrita e sfrontata, realmente vittima e realmente carnefice, probabilmente reincarnazione della figura femminile mito del masochismo: la Venere in pelliccia.
Federica Bressi