Il 24 maggio è stato in scena al Teatro Quirino lo spettacolo ”Le Lacrime di Achille”, primo atto della ”Trilogia del mito” proseguita con ”Nessun ritorno” il 25 maggio e conclusa con ”Ciascuno patisce la propria ombra”. Il testo e la regia sono opera di Matteo Tarasco.
Una proposta interessante quella di cambiare la struttura dei poemi, offrendo una prospettiva insolita, nascosta ma altrettanto drammatica. Le gesta di Achille vengono rese attraverso il dolore delle sfortunate donne che vedono il proprio destino intrecciarsi con quello del Pelide. Teti, Briseide e l’amazzone Pentesilea, interpretate rispettivamente da Elenea Aimone, Rosy Bonfiglio e Giulia Santilli , si alternano sul palcoscenico forgiando come artigiane l’emotività dei personaggi attraverso monologhi appassionanti e vigorosi.
Lo spettacolo non possiede una vera scenografia, ma l’uso intelligente delle luci collabora alla produzione di un effetto cupo e drammatico che permette alle emozioni trasmesse dalle interpreti di addensarsi nell’aria, rendendo palpabile una vivida dimensione patetica. I costumi e il trucco producono un estetica onirica, mistica. Il volto delle attrici è coperto da una “maschera” pesante, una “maschera” che esalta la forza penetrante dello sguardo, accendendo la sensibilità dello spettatore come un fuoco. Le attrici hanno perfezione, talento e dimestichezza. La caratterizzazione di Briseide risulta forzata, poco coinvolgente e convincente, ma lo spettacolo nella sua totalità non delude. Nel complesso una buona prova di sperimentazione e intrattenimento.
Edoardo Latessa