Al Teatro dell’Angelo, Regina Madre ( di Manlio Santelli ) torna in scena fino al 30 ottobre: una pièce dal doppio titolo per un dramma lacerante che riesce a rendere esemplare il difficile rapporto madre-figlio.
L’eleganza e l’abilità di Milena Vukotic esprimono il personaggio materno di Regina , che domina in un’atmosfera apparentemente casalinga (ricreata dalla scenografia e costumi di Red Bodò) dai risvolti inquietanti, in cui il ritorno a casa del figlio, nella persona di Antonello Avallone ( co-protagonista e regista) si rovescia in un rientro tra le mura domestiche tragico e sconcertante: l’anzianità e la malattia della madre diventando infatti un pretesto per il figlio per trovare una sistemazione e un riparo dal duplice fallimento sul proprio piano lavorativo e familiare .
I due personaggi si fronteggiano tra verità e menzogna, in un duello verbale inesausto che manifesta la difficoltà di dialogare con l’altro senza inganno o volontà di sopraffazione, in un tentativo continuo di rivalsa e vendetta.
Entrambi restano prigionieri di se stessi in un limbo tra passato e futuro, stereotipandosi a vicenda in una Madre incapace di affetto sincero che, ricordando il marito defunto, rovescia le proprie frustrazioni sul Figlio ormai cresciuto ma disperato per i propri insuccessi.
La situazione è paradossale perchè, pur riavvicinati dopo tempo e vivendo insieme, i due si allontanano sempre più in un diverbio grottesco e ironico che tende fino allo stremo il legame che dovrebbe unirli, per trasformarsi in un vincolo destinato a spezzarsi: uno spettacolo dirompente per esprimere una ferita dolorosa e profonda attraverso un’interpretazione acuta che riunisce l’ammirazione degli spettatori in uno scroscio di applausi.
Anastasia Ciocca