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Something about happiness, un sogno tra le corde della memoria

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Something about happiness , di e con Amalia Ruocco, è un sogno nato al Teatro Furio Camillo; uno spettacolo reminiscente, nostalgico, luminoso al cui interno appare una ballerina enigmaticamente curiosa, lì presente per chi la osserva e a sé esistente dentro il proprio vissuto.

Inizialmente lo spettatore non la guarda direttamente, non vede il suo volto né il suo corpo, i suoi movimenti sono ombre dinamiche che si muovono al di là di una tela creata da Samuele Huyhn Hong, un videoartista visionario disposto a tessere le fila a cui la danzatrice potrà ancorarsi.

Amalia Ruocco riesce a rapportarsi sintonicamente con lo scenario creato per lei:  figure geometriche, scatole, linee, parole che si susseguono caotiche e ordinate sulla tela, come fossero il viaggio all’interno di uno sguardo perso a ricordare.

Il suo corpo danza con ognuno di questi elementi seguendo una musica che riporta indietro lo spettatore nei suoi stessi vissuti, mentre lo sguardo si muove tra un altalenarsi continuo del corpo della ballerina tra le corde, e il corrispettivo altalenarsi del pensiero snodantesi tra il tempo passato, il tempo presente e il tempo futuro.

Questa rappresentazione al cui interno Amalia Ruocco si rivela, risulta essere un incontro riuscito tra acrodanza, corda aerea e clownerie, l’uso del corpo di quest’ artista ne porta in scena un vissuto profondamente consapevole ed espressivo, in cui lo scherzo e la curiosità si muovono e possono iniziare anche da una mano, un piede, una gamba appena accennata dall’interno  di una scatola.

“Something about happiness” riesce, e in questo il suo più profondo merito, a ricondurre lo spettatore in quella sensazione di felicità nostalgica che deriva dal ricordare, un senso di felicità e di nostalgia simile a quello lasciato dal sole al tramontare di una giornata piena, una permeabilità e condivisione resa possibile dalla bravura dell’ interprete, dalla selezione musicale che accompagna il suo disvelarsi ( densa a tal proposito “from the valley to the stars” ), dal calore portato dalle luci di scena.

Un plauso alla regista e interprete Amalia Ruocco e a chi insieme a lei ha reso possibile questo sogno tra le tegole e le corde di un teatro.