L’attesa è il paradosso del tempo e dello spazio, annulla entrambi pur dipendendo da essi : chi attende è in bilico su una linea sottile tesa tra un prima troppo lontano e un dopo ancora indefinito, in un vuoto che sembra non avere fine. Si oscilla come su altalena che dondola nell’aria avanti e indietro, tra passato e futuro, ricordi e speranze. Per sopportare il vuoto dell’attesa è necessaria la pazienza, per patire senza limitarsi a subire passivamente . Al Teatro Argot, dal 2 al 4 dicembre paziente è Salvatore Geraci, ex artificiere siciliano ricoverato in ospedale interpretato da Riccardo Lanzarone che con Codice Nero dà vita a un personaggio che è anche persona: dalla propria esperienza personale nasce una messa in scena surreale, che coglie l’istante ineffabile e informe dell’attesa esprimendolo con impeto e emozione. Il protagonista dialoga con se stesso servendosi di un dipinto ( di Pietro Distante) raffigurante Madonna e racconta la propria vita in modo struggente senza essere distruttivo: ricostruisce il proprio passato ricreando un’atmosfera nostalgica e folcloristica e si prospetta un futuro migliore, con un lungo flashback che si dipana tra frammenti di vita. Le musiche di Giorgio Distante riuniscono realtà e sogno, tra il suono dal vivo della tromba e ritmi minimal viene suggerita un’atmosfera vivida e allo stesso tempo sfuggente e onirica proprio come il tempo dell’attesa : tra astratto e concreto lo spettacolo diventa caso esemplare di situazione qualunque di un qualsiasi paziente, fornendo anche il pretesto per riflettere sulla malasanità purtroppo imperversante. Sul palcoscenico, come i fuochi d’artificio ricordati dal paziente, scaturisce una performance esplosiva e coinvolgente che riesce a dar forma all’attesa con energia e passione.