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Negli spazi di Contemporary Cluster la fotografia di Sabbagh, Basilé e Cricchi

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Dopo la personale dedicata alla serie ONORE AL NERO, visitabile fino al 6 aprile negli spazi di Via Luigi Robecchi Brichetti, Mustafa Sabbagh continua la sua collaborazione con Contemporay Cluster prolungando la sua permanenza a Roma, la sua nuova “ferita d’amore” – suggellata in particolare attraverso una videoinstallazione e due opere fotografiche inedite, in esclusiva per Contemporary Cluster, realizzate nel luogo della perdita di Pier Paolo Pasolini, ferita culturale mai sanata, sull’abisso di un mare nero riconosciuto come suo internazionale stilema.

Dal workshop a tre firme IN, ACROSS AND BEYOND FASHION, nasce la nuova mostra di Matteo Basilé e Angelo Cricchi con Mustafa Sabbagh, Contemporary Cluster #03 [TRIPTYCH], che inaugurerà venerdì 7 aprile 2017 alle ore 19.00 negli spazi dell’Aventino.

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La programmazione sperimentale e trasversale di Contemporary Cluster continua dunque con una mostra che rappresenta tre anime e tre sguardi della fine art photography contemporanea: i tre protagonisti si confronteranno presentando alcuni tra i lavori più rappresentativi del loro percorso personale insieme ad un’opera compartecipata realizzata in occasione del workshop.

Quello proposto da Basilé, Cricchi e Sabbagh è un universo iconografico vertiginoso che ripensa i codici estetici consolidati attraverso una risemantizzazione del medium fotografico. L’immagine minimale, la dicotomica alternanza di Eros e Thanatos, la distorsione onirica del reale, la sospensione spazio-temporale, sono soltanto alcuni degli elementi precipui che caratterizzano la ricerca dei tre artisti.

La specificità del medium, declinato in modo peculiare, viene ribaltata dalla reciprocità di un lavoro compartecipato. Il risultato è quello di un allestimento corale che non sacrifica l’individualità artistica bensì la valorizza attraverso tre modalità percettive, tre costruzioni dell’immagine, tre sguardi.

Una mostra che incarna le possibilità di un moderno Rinascimento in cui il dialogo triadico eleva il genio dell’artista, enfatizzando il sostrato espressivo del lavoro.