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I “GIAA” dall’Irlanda a Villa Ada Incontra il Mondo

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Lunedì 10 luglio Villa Ada – Roma Incontra il Mondo accoglie una delle band post rock più amate nel nostro Paese: nati nei primi anni del secondo millennio in Irlanda, i GIAA sono senza ombra di dubbio una delle migliori realtà europee nel loro genere.

Giunti a 15 anni di attività, la band il cui nome si ispira a una citazione tratta da “Nightbreed” (in Italia “Cabal”), film di Clive Barker del 1989, ha deciso di festeggiare la ricorrenza con un lungo tour europeo. La promessa è quella di un concerto avvolgente, etereo ma ben radicato nel suono, elegantemente potente, proprio come loro. Imperdibile.

Senza ostentare il virtuosismo ma unendo raffinata indagine musicale e grande competenza strumentale, i God is an Astronaut sono da sempre in grado di affascinare e incantare il proprio pubblico con melodie ipnotiche e intriganti ricerche sonore, risultato dalla fusione di elementi tipicamente post rock e progressive ad altri più dichiaratamente rock o elettronici.

Cultrice dell’armonia e amante della melodia, nei suoi  otto album all’attivo la band è stata capace di dare vita e declinare un post rock prettamente strumentale dalle atmosfere malinconiche ma dall’impatto musicale devastante, ritagliandosi così nel corso degli anni un posto di tutto rispetto a livello mondiale.

Accostabili ma mai assimilabili a band come Mogwai, Explosions in the Sky e perfino Sigur Ros, i GIAA hanno sempre rifiutato di appiccicarsi un’etichetta sonora, decidendo anzi di crearne una nuova, a sottolineare la propria specifica identità:  lo “space rock”, come appunto loro stessi lo hanno definito.

Ad aprire il concerto i Sadside Project, una delle certezze più brillanti del rock indipendente italiano: 3 dischi e 2 EP all’attivo, tantissimi concerti ovunque. Passati da una “classica” formazione duo garage rock a un vero e proprio progetto aperto, i Sadside Project sono un collettivo che cambia i suoi numeri in base alle esigenze musicali. Voyages Extraordinaires, il loro ultimo album è un disco che per certi versi suona a 160 bpm,  ma che può anche rallentare fino a ricordare le classiche ballate anni 60. Un viaggio musicale che non è altro che un invito a eliminare la “barriera” del palco durante i live e fare festa tutti insieme.