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Il Conservatorio di Santa Cecilia, l’ONU della musica, ma fatiscente. Parola di Alfredo Santoloci: l’Italia, la politica, si diano da fare per la cultura

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Maestro Santoloci si apre l’anno accademico del Conservatorio di Santa Cecilia, sono tanti gli obiettivi già raggiunti: la creazione di una stagione concertistica al teatro Eliseo, per esempio è uno di questi. Ecco, quali sono gli altri progetti che il Conservatorio ha messo in moto per valorizzare il lavoro di ragazzi e docenti?
La stagione di concerti al Teatro Eliseo rappresenta indubbiamente un punto di forza della produzione artistica del Santa Cecilia. Inoltre, nel solco di una consolidata tradizione decennale, sono numerose le iniziative e le attività culturali realizzate dal conservatorio. Nel prossimo “Viaggio della Memoria”, organizzato dalla Comunità Ebraica e dal Comune di Roma, gli studenti delle scuole romane che parteciperanno al viaggio, verranno accompagnati da alcuni musicisti e docenti che eseguiranno musiche della tradizione ebraica nella Sinagoga di Cracovia; Saranno confermate alcune rassegne realizzate presso l’Ospedale San Filippo Neri e presso il Museo degli Strumenti musicali di Roma; Quest’anno verrà stipulato un accordo con l’ICE, in tutte le iniziative di promoziobne delle aziende italiane nel mondo, la Musica del conservatorio Santa Cecilia avrà il ruolo di ambasciatrice musicale per l’Italia. Saranno inoltre numerose le iniziative benefiche, con manifestazioni finalizzate alla raccolta fondi per iniziative umanitarie e solidali. Un altro aspetto importante tra le attività concertistiche, riguarda il rapporto di collaborazione con numerose Ambasciate straniere, con le quali e per le quali verranno realizzati importanti concerti che vedranno la partecipazione di musicisti italiani e dei paesi ospiti. Nel mese di giugno 2016, prima volta in Italia, verrà presentata un’Opera cinese, con musica e libretto originali. Otto solisti dell’Accademia dell’Opera di Pechino, canteranno accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia.

Il Conservatorio è un polo d’eccellenza, ospita una cinquantina di studenti che arrivano da tutto il mondo. E che sono anche attentamente seguiti dalle rispettive ambasciate, spesso. Ecco, Lei nota delle differenze tra l’attenzione che la politica mette nei confronti della cultura in Italia rispetto agli altri paesi?
Nel nostro Paese, l’attenzione da parte della politica rivolta alle istituzioni come la nostra, che accoglie appunto studenti provenienti da 52 Paesi di tutto il mondo, una sorta di “ONU” della musica, risulta decisamente insufficiente e inadeguata. Andrebbero forniti maggiori strumenti e maggiori sostegni finanziari per migliorare l’offerta formativa del conservatorio più importante e famoso del nostro Paese.

Quali sono le emergenze del Conservatorio?
Il Santa Cecilia dispone di una struttura fatiscente e obsoleta. Le corrispondenti Accademie europee dispongono di edifici e dotazione strumentale decisamente più moderne ed adeguate alle esigenze di oggi.

Sono tante le storie positive da raccontare sui ragazzi del Conservatorio, ce ne dica qualcuna.
I risultati artistici straordinari di molti nostri allievi in affermazioni sia performative che di concorsi nazionali ed internazionali rappresentano un motivo di grande soddisfazione. Ma sono altrettanto interessanti le storie umane, sociali, che nascono dall’incontro fra studenti provenienti da culture, storie, religioni diverse. Attraverso la musica, nascono amori, amicizie e rapporti che ogni ragazzo e ragazza porteranno con loro una volta tornati nei propri Paesi d’origine.

Bisogna fare in modo che Roma si accorga dell’esistenza di questo grande mondo che è la musica, una realtà spesso trascurata a danno di altre forme culturali che si immaginano più fruibili, meno impegnate, ma la musica è davvero così complicata? I ragazzi si “annoiano” già al solo pensiero di andare in sala da concerto, perché?
Le modalità di ascolto di concerti di musica così detta “Classica”, appartengono ad un mondo ormai scomparso. Ai giovani dovrebbe essere offerta la possibilità di assistere all’evento “Concerto classico”, in cui il rapporto con i musicisti sia meno formale ed “ingessato” da norme storiche ormai obsolete ed inadeguate. All’Eliseo proponiamo appunto una modalità nuova di ascolto della musica classica, all’Eliseo “si può applaudire”, nel senso che l’ascoltatore può sentirsi libero di sottolineare la fine di un primo tempo di sinfonia o di concerto con un applauso senza incorrere nel rimbrotto o nella smorfia da parte di qualcuno.

Forse dipende da un linguaggio musicale diventato quasi ermeneutico?
Più che dal linguaggio, dipende appunto dalla modalità di proposta di ascolto.

Qual è il musicista preferito del direttore del Conservatorio? E quale il cd o vinile che ha quasi consumato a forza di ascoltare?
Amo, quasi indifferentemente, almeno dieci grandi musicisti. Tra questi sono compresi grandi compositori che vanno dalla musica barocca, al free jazz, alla musica di avanguardia. Non amo ascoltare la musica su mezzi meccanici di riproduzione, mi distraggono, preferisco andare ad ascoltare un concerto dal vivo, il rapporto fisico con la musica è fondamentale e imprescindibile per il godimento di un’opera d’arte. Pertanto invito tutti ai concerti domenicali al Teatro Eliseo.