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La fatwa di Khomeini: “Lo scrittore deve morire!”

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Ne è passato di tempo. Ma non poi così tanto. E comunque è sempre opportuno ricordare le infamie. Era il 14 febbraio 1989, poco più di un quarto di secolo fa, quando l’ayatollah Ruhoallah Khomeini, guida politica e spirituale dell’Iran dopo la cacciata di Reza Palhavi, lancio’ la sua fatwa contro Salman Ruhsdie. Lo scrittore indiano aveva pubblicato nel 1988 I versi satanici, una storia fantastica allusiva nei confronti della figura di Maometto, e ritenuta blasfema dagli islamici. Ebbene, Khomeini condanno’ a morte lo scrittore. Ruhsdie e’ per fortuna ancora vivo, sia pure sotto perenne protezione. Il traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igarashi, fu però ucciso da emissari del regime iraniano, mentre il traduttore italiano, Ettore Capriolo, fu ferito. Ferito fu anche l’editore norvegese.