Home life style cinema “Né Giulietta, né Romeo”, Veronica Pivetti racconta l’omosessualità di un giovane

“Né Giulietta, né Romeo”, Veronica Pivetti racconta l’omosessualità di un giovane

2045

Al centro la storia di un ragazzo di 16 anni che prende coscienza della propria omosessualità. Intorno la famiglia, impreparata ad accettare la sua rivelazione e la conseguente fuga da casa. Veronica Pivetti, la prof ormai più amata della televisione italiana, si cimenta adesso nella regia cinematografica di “Né Giulietta, né Romeo“.

Si tratta della storia di un conflitto familiare, che diventa purtroppo traumatico a causa delle rilevazione del figlio. Presentato in anteprima al Festival di Giffoni, dal 19 novembre il film uscirà nelle sale italiane. Un tema delicato, quello dell’omosessualità, trattato con intelligenza, sensibilità e realismo: “I genitori dovrebbero essere figure in grado di aiutare i figli ad esternare le emozioni e non dovrebbero pertanto avere un atteggiamento coercitivo ed ostruzionistico come accade nel film – sottolinea Veronica Pivetti – l’omosessualità non dovrebbe essere assolutamente un problema, ma lo diventa invece in questo Paese ancora pieno di pregiudizi e discriminazioni”.

Nè Giulietta, Nè Romeno
Né Giulietta, Né Romeno

L’Associazione Nazionale ANDDOS, contro le discriminazioni da orientamento sessuale, ringrazia la regista Veronica Pivetti per aver voluto trattare il  tema dell’omosessualità, elogiando le sue parole contro l’omofobia: “Pregiudizi ed intolleranze – rimarca il presidente nazionale Mario Marco Canale – fomentano ed acuiscono fenomeni di discriminazione, esclusione sociale, bullismo e violenza. La magia e la purezza dei sentimenti devono essere più forti dei pregiudizi. Ed i pregiudizi sono nemici devastanti. Quando un giovane si rende conto della propria omosessualità inizia un percorso personale non facile, spesso anche doloroso, di quell’accettazione di sé stessi e di integrazione con il mondo esterno. Con la paura sempre più forte di non riuscire ad affermare la propria identità sessuale, perché le prospettive di svelarlo agli altri appaiono con risvolti traumatici … La scoperta dell’omosessualità in famiglia costituisce, nella maggior parte dei casi e come descritto anche nel film, un momento critico e traumatico all’interno dell’equilibrio familiare, per i significati che associano i genitori alla condizione dei gay e perché l’omosessualità fino a quel momento era stata sempre concepita dai genitori come una realtà lontana … La vergogna che provano spesso questi genitori, preoccupati dal giudizio della gente, aggiunge solo sofferenza alla situazione, quando invece i loro figli avrebbero solo bisogno di comprensione, affetto e sostegno”.