Andrea Valeri, Assessore alla Cultura Municipio Roma I Centro, parla in esclusiva a B In Rome presentando il Fringe Festival
Roma vive di arte. Roma diventa arte. Soprattutto quando arriva il “Fringe Festival” nella Capitale i colori della città eterna cambiano, trasformandosi in una caleidoscopica avventura di divertimento, riflessione, socialità e comunità.
Il Fringe si svolgerà nel Parco Adriano, giardini di Castel Sant’Angelo, dal 30 maggio al 5 luglio, inondando l’estate romane con una serie di iniziative che spaziano dal teatro impegnato, alla giocoleria, fino ad arrivare al teatro indipendente.
Tra storia e scena contemporanea, saranno molti gli appuntamenti che Romaexpo Roma Fringe Festival offre. Ogni sera a partire dalle 20.30 andranno in scena 9 spettacoli differenti, il sabato si animerà di pezzi di teatro in grado di disegnare un ritratto della Roma risorgimentale, per esempio il 9 giugno ci sarà Massimo Wertmuller con “Il Pellegrino”. Ospiti internazionali che arriveranno da St. Louis e New York porteranno il loro bagaglio di esperienze sul teatro americano. E molto altro.
Sabrina alfonsi, Presidente Municipio Roma I Centro, durante l’incontro con la stampa ha voluto sottolineare l’importanza della cornice istituzionale: «Il Campidoglio è un casa comune, così il Fringe, sono entrambi patrimoni totali»
«Era un sogno – ha continuato il presidente – avere il Fringe da portare in Italia. Onestamente, credo che un’esperienza così significativa debba essere valorizzata al massimo dentro la Capitale».
Proprio perché il Fringe «merita un posto d’onore», si è deciso di investire sul Castel Sant’Angelo. Perché la «location avrà un risposta maggiore in termini di pubblico». Le stesse parole ripetute poi da Davide Ambrogi, Direttore Artistico Roma Fringe Festival e Fringe Italia.
Nel mese dell’internazionalizzazione, Romaexpo trasformerà i giardini del Castello in un’area resa internazionale dalle delegazioni straniere in Italia per Milano e dai convegni sulla innovazione tecnologica. La collaborazione con le ambasciate renderà possibile l’attivazione di uno spazio spettacolo interculturale aperto a tutte le etnie del mondo. Per questo, va sottolineato l’importante evento che vedrà protagonista il Marocco, quando si presenterà un giornata tutta dedicata al tema “Halal”, le pratiche di cucina “religiosamente” ossequiosa, praticata nel Maghreb e in tutto il mondo semita.
«Romaexpo e Roma Fringe Festival – ha spiegato il CEO di Romaexpo, Armando Soldaini – presentano ricerche in un ambito che non potrebbe essere più attuale: quello del dialogo tra arte e scienza. Un vero prodotto dell’interconnessione dei linguaggi e della sperimentazione per capire meglio cosa ci sia dietro ‘l’angolo’».
«Mi auguro – ha continuato il presidente – che con l’aiuto di tutti si dia avvio allo spettacolo con grandi titoli, perché in un momento in cui l’estate romana non si proposte valide, per carenze di soldi, e la crisi morde, abbiamo sempre meno attività degne di questa amministrazione»
La crisi, ha spiegato Alfonsi, e il degrado si combattono «con un livello culturale di proposte alte, e penso che la miglior risposta che si possa dare sia, appunto, il Fringe festival»
Andrea Valeri, assessore alla Cultura del I Municipio, ha aggiunto che il Fringe permette una profonda «riqualificazione e riappropriazione dello spazio. Senza tenere conto del tentativo di mescolare un clima internazionale, tenendo presente anche il teatro indipendente».
L’assessore si è concentrato sui problemi che affliggono il teatro romano e nazionale, a partire dalla mancanza di spazi, legata a una carenza di fondi devastante.
Per questo motivo nasce il distretto culturale. «Un territorio – spiega Alfonsi – dove si mappano tutti i soggetti che fanno cultura e gli si chiede di interagire attraverso creatività e progetti complessi che sono in grado di attivare capitale privato, un sistema che ha due vantaggi il primo è rendere sempre meno dipendente il teatro da un finanziamento pubblico, contiguo alla capacità di premiare le esperienze e saper leggere l’offerta. L’altro aspetto e la possibilità di aprire a realtà che normalmente non avrebbero avuto spazio»
La scelta di Roma Expo non è casuale, ha concluso Alfonsi. «Noi sappiamo benissimo che quest’anno avremo due occasioni particolari, la sfida è raccogliere in termini di visibilità e creare una serie di progettualità che possano interconnettere i flussi che vengono da fuori con quello che avviene nel nostro territorio per rendere sempre più internazionale la città»
Il problema del turismo, spiega l’assessore, è che «pecca di giorni di permanenza». Si tratta di un problema qualitativo: «La gente decide di non tornare perché al di là del percorso canonico non abbiamo altre attrattive da offrire. Ecco bisogna cambiare».