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“A letto dopo carosello”. Una carrellata di storie del Bel Paese tra risate e jazz manouche

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Come eravamo? Raffaella Carrà duettava con Topo Gigio, dalla Malesia arrivava Sandokan, non perdevamo mai l’appuntamento con l’Almanacco del giorno dopo o con Supergulp.

Mentre a scuola la maestra zitella ci terrorizzava facendo l’appello, a merenda mangiavamo pane burro e zucchero, l’austerity ci costringeva alle domeniche in bicicletta, e i pomeriggi si passavano con gli amici giù in cortile.

Ma soprattutto, si andava sempre A Letto Dopo Carosello, tranne il sabato sera, che passavamo tutti insieme sul divano in compagnia di Sandra e Raimondo, Mina, Franca Valeri, Paolo Panelli, Bice Valori; Alighiero Noschese e chi più ne ricorda più ne metta.

A Letto Dopo Carosello è un varietà per attore solo che è diventato ormai un piccolo cult che gira l’Italia in lungo e in largo ininterrottamente da ben 6 anni, come se fosse un album di figurine, molto amato dalla generazione dei quarantenni, allora bambini, e dei loro genitori.

Era la fine degli anni ’70, il decennio più rivoluzionario, entusiasmante ed emozionante della nostra storia.

Un’epoca che fa bene al cuore ricordare, soprattutto in un momento storico in cui c’è bisogno di tenere a mente che siamo stati leggeri, coraggiosi e pieni di fiducia. E forse possiamo esserlo ancora.

Dal 3 al 22 maggio