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Pilade, l’emozionante e riflessivo capolavoro pasoliniano al Teatro Vascello

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Fino al 1° maggio, il Teatro Vascello ospiterà “Pilade” di Pier Paolo Pasolini, diretto da Daniele Salvo ed interpretato da “La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello“.
Continuazione ideale dell’Orestea, il Pilade ne riprende i personaggi reinterpretandoli ed adattandoli al mondo novecentesco. Il dramma pasoliniano prende avvio dalla conclusione delle Eumenidi, ovvero dopo l’assoluzione di Oreste da parte del tribunale di Atene. Oreste torna nella propria città natale accompagnato dal fedele compagno Pilade, con l’intento di instaurare il culto della neonata Atena e quindi di liberare glia abitanti di Argo dal predominio della passata superstizione con il nuovo dominio della ragione. Egli infatti abdica e rinuncia al titolo di sovrano ed indice libere elezioni. E’ la così detta prima rivoluzione. Pasolini assimila l’antichità e la trasporta nella contemporaneità e, mentre fratello e sorella si scontrano all’interno della città guerreggiando su questioni poco concrete, lo spettro delle Furie torna prepotente. In mezzo al parapiglia il solo Pilade si fa portavoce delle istanze degli “ultimi”, la massa dei dimenticati. Si profila quindi una guerra da una parte Oreste, campione della modernità, che guarda solo al futuro; dall’altra il vecchio compagno Pilade, promotore di una seconda rivoluzione che viene dal basso, fatta di furore e distruzione, ma non cechi. Pilade è infatti consapevole che «la più grande attrazione di ognuno di noi è verso il passato». Sa che il futuro e la ragione non potranno mai cancellare gli istinti e il passato, elementi costitutivi dell’essere umano.
Il dramma pasoliniano non è di facile lettura, né di facile interpretazione, ma “La fabbrica dell’Attore” riesce a lasciare di stucco grazie a un’interpretazione carica di pathos. I personaggi si allontanano dai canoni classici per vestire panni più moderni e scioccanti per gli spettatori. Gli attori riescono a scuotere il pubblico, a dar vita a quello che è un contrasto passionale e insanabile tra i personaggi. Così che un frenetico e calcolatore Oreste dà battaglia a un Pilade tormentato capo popolo, il tutto armonizzato da un Elettra forte e viscerale. Gli attori e le attrici danno vita a una rappresentazione decisamente anti retorica e cruda, capace di suscitare con forza la riflessione e l’emozione nel pubblico.
Andrea Gigante