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“Antigone” di Sofocle, in scena docenti e studenti dell’UPS

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Lo spettacolo, che andrà in scena il 25 maggio al Teatro-Auditorium Paolo VI dell’Università Pontificia Salesiana, è il frutto di un seminario interfacoltà condotto da Roberto Fusco e Paola Sarcina con docenti e allievi dell’Università Pontificia Salesiana; promosso dalla Facoltà di Lettere Cristiane e ClassichePontificium Institutum Altioris Latinitatis e realizzato in collaborazione con l’associazione Music Theatre International e con il patrocinio della Comunità Ellenica di Roma e del Lazio.

 

Tredici tra docenti e studenti in scena, provenienti da tre continenti (Europa, Africa ed Asia), hanno ragionato e dialogato sui vari nodi presenti nella tragedia di sofoclea: l’ancestrale conflitto tra la legge di stato, a volte coercitiva e subita da una comunità; l’ordine universale del principio di umanità, che riconosce il valore dell’uomo nella sua complessità di bisogni e desideri, ponendo al centro la legge dell’amore, della comprensione e del perdono; le relazioni tra donne e uomini; i legami intergenerazionali. La traduzione e l’adattamento del testo è il frutto di un lavoro collettivo tra docenti e studenti, coordinato da Roberto Fusco e Paola Sarcina, per portare sul palcoscenico un copione contestualizzato ai giorni nostri. La legge dell’amore di Antigone irrompe nella tragedia moderna dei rifugiati migranti che, in cerca di libertà, muoiono in migliaia nel Mediterraneo, respinti da leggi che non rispettano la vita umana. La figura di Antigone è dunque eccezionale ed attuale, per il messaggio di libertà che porta e per il potere simbolico che il suo gesto ancora oggi evoca. Un gesto che è capace di cambiare il sistema del diritto, quando questo produce leggi che invadono il vissuto personale e non possono essere condivise dalla comunità.

Lo spettacolo presenta così una Antigone dei nostri giorni, che lotta proclamando ancora una volta la sua libertà, in un modo soffocato e distratto dalle mille voci dei media e social media, tra i quali la voce del cuore fa fatica ad emergere ed essere ascoltata. Solo pochi elementi sul palcoscenico, dove i diversi personaggi interagiscono tra di loro a fatica, evitando l’incontro di sguardi ed emozioni. Immagini di una Terra martoriata e di una Umanità distratta e sperduta, si alternano su un grande schermo. In questo mondo Creonte, altro grande personaggio tragico, diffonde il suo messaggio di rigida osservanza alla legge dello Stato, un una cecità dell’anima che lo trasformerà alla fine da carnefice in vittima.