Marietta non sta troppo bene. Si porta dentro una continua tensione tra il passato, ciò che ci ha lasciato la nostra famiglia, e il futuro, ciò che desideriamo. Un’inquietudine continua tra il “cosa dovremmo fare” e “cosa vogliamo fare”. Una torsione ulteriore, per rispondere a “ciò di cui abbiamo bisogno”. Strizzata come uno straccio, Marietta si contorce in una grande cucina – teatro dei piccoli e grandi drammi quotidiani, fortezza degli spettri della tradizione e delle forze rivoluzionarie dell’innovazione. Che il Signore ci accompagni.
Attort’ è un progetto originale del gruppo Project xx1, esperto nella realizzazione di esperienze immersive, che dopo il grande successo di La Fleur-il Fiore Proibito portato in scena nella scorsa Stagione al Teatro di Garbatella a Roma, torna con una nuova forma di performance basata sul contatto e la libera partecipazione del pubblico. Questo progetto nasce dalla voglia di sperimentare una formula più agile rispetto a quelle finora realizzate, che hanno coinvolto un cospicuo numero di attori e un notevole sforzo di allestimento dello spazio scenico.
In un tempo in cui sono esplose le modalità di comunicazione attraverso l’utilizzo dei sistemi di messaggistica istantanea, tra emoticons, pensieri lapidari digitati distrattamente e veloci sessioni di sexting, la protagonista trova sempre più difficile interagire con gli altri, soprattutto con gli uomini, e stabilire un rapporto vivo e profondo di conoscenza di sé stessa e dei partner. Gli insegnamenti ricevuti sull’amore come rapporto di coppia stabile, volto alla creazione di una famiglia, non rispecchiano ciò che realmente desidera dalle relazioni amorose che porta avanti. La necessità di amare e di essere amati ma senza gli strumenti per farlo, senza più modelli da seguire, senza sapere a chi affidarsi per barcamenarsi e sopravvivere alla tempesta dei sentimenti. Il focus, trasversale a tutta l’opera, ruota attorno alla frattura interiore della protagonista, provocata dal controverso binomio tra la tradizione, inteso come processo di sedimentazione e acquisizione delle prassi di comportamento sociale tramandate, sin dalla nascita, dalla famiglia e dalla comunità d’origine, e il cambiamento, vissuto come ciò che ha imparato a proprie spese crescendo e scontrandosi con una società che è in continua trasformazione. Le portavoci della tradizione e del passato della protagonista, la nonna e la mamma, con cui si paragona costantemente, appariranno come visioni per giudicare il suo modo di vivere non conforme alla tradizione.