il sorriso unico, gli occhi pieni di vita, la grazia, la solarita’ e l’immenso talento espresso in perfetta armonia con il marito ottavio: tutte caratteristiche di Rosita Missoni, colte da claudia pandolfi nella sua
interpretazione della stilista in made in italy, la prima serie tv, con protagoniste greta ferro e margherita buy, sulla nascita della grande moda italiana nella milano degli anni ’70, che fa conoscere al pubblico molti dei creatori di quella rivoluzione, da armani (raoul bova) a krizia (stefania rocca), e il mondo che li ha raccontati e valorizzati. Dopo il debutto nel 2019 su amazon prime video, la serie, ideata da camilla nesbitt, diretta da luca lucini e ago panini, coprodotta da taodue film e the family per mediaset, e’ approdata dal 13 gennaio in prima serata sui canale 5. nella puntata del
20 gennaio, uno dei momenti clou e’ proprio l’incontro della giovane giornalista al centro del racconto, irene mastrangelo (ferro), con ottavio missoni (enrico lo verso) e rosita. “e’ stata un’esperienza magica, quasi un incantesimo interpretare rosita – spiega all’ansa claudia pandolfi – anche
perche’ abbiamo girato a sumirago, nella loro meravigliosa casa, nella sede della maison, dove ci sono ancora alcune delle lavoranti che erano con loro in quegli anni. ho conosciuto angela missoni (figlia di ottavio e rosita, e attuale direttore creativo e presidente di missoni spa, ndr), che mi ha permesso di lavorare con grandissima precisione, grazie anche agli abiti
e agli accessori originali. ero immersa nella loro creativita’, nei milioni di filati, colori e pattern unici”. la grande stilista, classe 1931, ha anche assistito alle riprese: “ho dei ricordi sin da bambina del suo volto illuminato – spiega l’attrice -. lei e ottavio missoni (scomparso nel 2013), sono stati imprescindibili l’uno per l’altra, hanno saputo gestire la loro storia d’amore, la famiglia e il business in una maniera incredibile. vedo rosita come una combattente coraggiosa e solare, mossa dall’amore per il suo lavoro”.
come ha accolto l’idea di essere rappresentata in una serie? “e’ una donna molto discreta e centrata, l’ha commossa soprattutto l’idea che il suo lavoro e la sua vita con ottavio potessero essere rappresentati in maniera corretta”. e’ stato molto bello per l’attrice, anche “avere a fianco enrico lo verso, che non vedevo da tanto, ho girato con lui il mio primo film (le amiche del cuore, 1992, ndr)”. claudia pandolfi ama come made in italy sappia raccontare i nostri grandi della moda, “scardinando anche molti stereotipi e valorizzando il ruolo delle donne in quella rivoluzione”. lei ci ha abituato a progetti d’alto livello per grande e piccolo schermo, ed e’ stata fra le prime interpreti a comprendere appieno la trasformazione della serialita’, da un
medico in famiglia a distretto di polizia, da e’ arrivata la felicita’ a baby su netflix: “le piattaforme hanno posto una nuova sfida, anche per noi attori, e’ un sistema che ti fa ripartire da zero, perche’ il loro punto di riferimento e’ il mondo”.
anche in questi mesi di pandemia pandolfi ha avuto “la fortuna di poter lavorare. i protocolli sui set sono rigidissimi, sono fra i luoghi in cui ti senti piu’ sicura”. e’ un momento “molto difficile nel settore, senza certezze. la
politica sembra non riuscire a dare le risposte che servono. anche per questo abbiamo creato unita (associazione a cui hanno aderito oltre 250 attori italiani, ndr), per non essere ignorati nelle decisioni che ci riguardano”. tra i nuovi set per l’attrice, quelli di due serie rai, una
promessa di gianluca maria tavarelli, con greta scarano e simone liberati, e un professore di alessandro d’alatri con alessandro gassmann. venendo ai film e’ tra fra gli interpreti della commedia di paolo costella per tutta la vita (il titolo e’ provvisorio, ndr), con un grande cast che comprende ambra
angiolini, luca bizzarri, claudia gerini e filippo nigro, mentre e’ in fase di montaggio mio fratello, mia sorella di roberto capucci di cui e’ protagonista con alessandro preziosi: “e’ una storia molto intensa che ha al centro delle difficili dinamiche famigliari”.