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“Le memorie di Sarah Bernhardt”, al Teatro Trastevere la storia della Divina

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Dopo il clamoroso successo al teatro Pegaso – Sala Trosi di Ostia (7 tutto tutto esaurito su 7 serate) torna, a grande richiesta, “Le memorie di Sarah Bernhardt al teatro Trastevere di Roma, uno spettacolo che vede gli attori, Antonia Di Francesco e Alessandro Moser impegnati in una performance complessa sotto la guida dell’ormai noto regista Luca Pizzurro.
 
“Un successo inaspettato”, asserisce Antonia Di Francesco “uno spettacolo che colpisce nel profondo, ma con delicatezza”. “Un piccolo gioiello” – continua Alessandro Moser –“siamo molto emozionati nel raccontare questa storia”.
 
Luca Pizzurro immerge i due protagonisti in un ambiente completamente bianco “come un velo che avvolge e copre le cose per proteggerle, nasconderle, preservarle dall’incedere degli anni, dal deperimento… dalla fine”.
In un portico anni ’20 completamente bianco e romantico, ritroveremo l’anziana Sarah Bernhardt (Antonia Di Francesco) che riposa su una poltrona di bambù e l’elegante segretario Pitou (Alessandro Moser) che si preoccupa per lei, rimasta troppo al sole che possa dimenticare le sue terapie e medicine.
 
La grande diva chiede in continuazione a Pitou di interpretare personaggi della sua intensa vita da attrice: la madre che la mortificava, il marito tossicodipendente, il produttore americano che la pressava e il macchinista che per negligenza la fece infortunare e perdere la gamba; così da poterci interagire come stesse vivendo di nuovo il momento passato e sviluppare il racconto delle sue memorie.
 
“Una storia senza tempo, – definita da Luca Pizzurro – che ha incantato il pubblico di tutto il mondo con la sua straordinaria bravura e la sua stravaganza, raccontandosi nei momenti più salienti della sua vita, attraverso la scrittura dei suoi memoires”.
 
Pitou e Sarah sono i due opposti che si attraggono, due meravigliose creature che attraverso l’espediente della scrittura, si incontrano e si scontrano sul grande teatro della memoria, donando al pubblico una tagliente, ironica e folgorante rappresentazione della vita.