Dopo oltre trecento repliche e otto anni di applausi e apprezzamenti dalla critica nazionale torna a Roma Mumble Mumble – Confessioni di un orfano d’arte, racconto ironico, dissacrante, intimo e coraggioso di Emanuele Salce.Dal 2 al 4 novembre lo spettacolo è in scena al Teatro del quartiere Labaro per narrare impudicamente le vicende di due funerali e mezzo (e le gesta dei protagonisti che in quei giorni si distinsero…). Il teatro in questione è il Teatro Le Sedie: uno spazio che si rinnova a partire da una stagione all’insegna del cambiamento ma sempre sotto l’egida della continuità che costituisce uno dei marchi di fabbrica dello spazio. E proprio quest’ultimo costituisce, in questa stagione 2018 – 2019, la vera grande novità, perché ad accogliere gli spettatori non sarà più il vecchio teatro ma una nuova struttura, moderna e multifunzionale, che sorgerà a pochi metri di distanza dov’era situata la precedente, e precisamente in via Veientana Vetere 51.
Lo spazio bilancerà equamente le esigenze teatrali con lo svago, includendo una zona bar che renderà ancor più piacevoli le serate degli spettatori, facendo assumere agli spettacoli il ruolo dihappeningveri e propri, dei piccoli momenti ritagliati nel caos della quotidianità per liberarsi dalle proprie tensioni, vagare con la mente e magari incontrare vecchi e nuovi amici.
InMumble Mumble – Confessioni di un orfano d’artenel primo racconto si narra il giorno del funerale di suo padreLuciano, quando aveva poco più di vent’anni e, reduce da una nottata di eccessi etilici, si trovò a dover gestire da solo l’accadimento affrontando, nelle condizioni peggiori, una realtà a lui sconosciuta ed assai scomoda fra para-parenti a caccia di lascito, addetti alle onoranze funebri che lo inseguivano con cataloghi di bare e la ragazza per cui spasimava che non gli si concedeva.
Nel secondo, si rivive il giorno della scomparsa di Vittorio Gassman, marito di sua madre, episodio vissuto da trentenne più lucido e consapevole, in cui si assiste ad un vero e proprio Carnevale del sacro e del profano, fra autorità politiche improbabili e presenzialisti d’ogni risma, dolori veri e presunti, per concludere il tutto con la semifinale degli Europei del 2000 Olanda – Italia con scene da stadio.
Nel terzo (metaforicamente) il suo: vissuto attraverso l’incontro con una bionda australiana e una défaillance occorsagli in un museo di Sydney, con un finale in crescendo, fino a giungere ad una vera e propria liberazione non solo simbolica.
A fare da contraltare in scena lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore della confessione, passando con candida disinvoltura da Achille Campanile a Petrarca fino ad un para-trattato di gastroenterologia.
Il racconto conclusivo dello spettacolo, scritto insieme ad Andrea Pergolari, narra dell’incontro tra il protagonista e una bionda australiana, seguito da un’imbarazzante defaillance che ha catturato l’attenzione di Sandro Veronesiche, nel suo ultimo romanzo “Terre rare”scrive: “La storia narrata nel capitolo dieci della prima parte non è farina del sacco dell’autore, è una cover dello strepitoso monologo autobiografico di Emanuele Salce contenuto nel suo spettacolo intitolato Mumble mumble – ovvero confessioni di un orfano d’arte(di E. Salce e A. Pergolari). Oltre al ringraziamento per il permesso di rielaborarla, l’autore gli rivolge tutta la propria ammirazione”.