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Papa Silvestro, il “santo del cenone”, oscurato da Costantino Imperatore

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“Ma guarda che cosa mi doveva capitare!?” Probabilmente se lo chiede ancora, lassù, tra i santi del Paradiso, perché sia toccato proprio a lui di essere uno dei santi più noti e citati, ma non per la sua santità. Destino curioso per Papa Silvestro, che non fu certo un buontempone avvezzo alle feste (mica fu un Papa rinascimentale…), e che è diventato famoso solo per la circostanza di essere morto il 31 dicembre del 335, dopo ben 21 anni di un pontificato sostanzialmente oscurati dalla convivenza con l’imperatore Costantino, che si riteneva anche un po’ vescovo e arrivò a convocare un Concilio senza neppure avvertirlo. Comunque sia, nato in data ignota, fu il 33esimo vescovo di Roma, e in quanto tale Papa della Chiesa, ancora oggi molto venerato sia dai cattolici sia dagli ortodossi. Al suo nome sono legati eventi importanti per Roma e il Cristianesimo. In fondo Silvestro è stato Papa in un periodo felice per i cristiani, grazie proprio a Costantino, che riconobbe la libertà di culto. Silvestro, protagonista e testimone del passaggio di Roma dal paganesimo al cristianesimo, riforma il calendario e ridefinisce i giorni della settimana, dedicati agli dei, identificandoli con il nome generico di feria. Silvestro è stato anche il primo Papa a ricevere gli onori degli altari senza aver sofferto il martirio. Viene sepolto nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria, ma gran parte delle sue reliquie sono conservate nella chiesa di San Silvestro in Capite. Figlio di un tale Rufino, romano e, secondo il leggendario Vita beati Sylvestri, o Actus Silvestri, di una certa Giusta, alla morte di papa Milziade, Silvestro fu consacrato vescovo di Roma e quindi Papa. Tuttavia, appunto, la sua incidenza politica fu debolissima, complice la vastissima popolarità e l’altissima personalità di Costantino. Fu l’imperatore a gestire, di fatto, il potere e le attività della Chiesa per tutto l’arco della vita di Silvestro e oltre. Il Papa fu, in un certo senso, l'”uomo di Costantino”, il quale, consapevole della forza che ormai stava assumendo il Cristianesimo, orientò i suoi sforzi in direzione della sostituzione degli apparati pagani dello Stato con quelli Cristiani. Per ottenere un tale risultato dovette spesso sostituirsi a Silvestro, che solo raramente tentò di imporre il suo ruolo. Costantino era il capo dello Stato, ma si ritagliò anche una funzione di vescovo, e tale era considerato, specialmente in Oriente; si autodefinì “vescovo dei vescovi”. In questo ruolo l’imperatore intervenne in prima persona per ricomporre le diatribe che scuotevano la Chiesa al proprio interno. Un Papa tutt’altro che protagonista, dunque Silvestro, un comprimario della Cristianità. Ma vissuto in un periodo cruciale. Così sintetizza il martirologio romano: «31 dicembre – San Silvestro I, papa, che per molti anni resse con saggezza la Chiesa, nel tempo in cui l’imperatore Costantino costruì le venerande basiliche e il Concilio di Nicea acclamò Cristo Figlio di Dio. In questo giorno il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero di Priscilla». Non granché, in verità. Così San Silvestro resta per tutti soprattutto il Santo del cenone, dei botti, delle luminarie. Amaro destino… Ma con una piccola soddisfazione. La sua Chiesa era unitaria, ma poi – secoli dopo – ci fu lo scisma ortodosso. E gli ortodossi lo venerano non il 31 dicembre, ma il 2 gennaio. Un dolore per la Chiesa divisa, una piccola rivincita per lui, che fu e resta comunque Papa e Santo per tutti i cristiani.