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Per il mondo della moda non è un annus horribilis è un anno da cancellare

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Il settore moda sta pagando pesantemente gli effetti della crisi pandemica. Le stime piu’ recenti indicano un per il 2020 un crollo di oltre il 30% del fatturato complessivo del comparto tessile, abbigliamento, pelle, cuoio, calzature e accessori. Almeno 30 miliardi andati in fumo, con picchi aziendali che arrivano ad accusare riduzioni del giro d’affari di oltre il 50%. Si tratta di un settore costituito in larga parte da Artigianato e PMI, con una filiera complessa e articolata su tutte le fasi produttive e distributive. “Piu’ che di annus horribilis, possiamo parlare di anno cancellato- dichiara il Presidente Nazionale CNA Federmoda, Marco Landi- considerando che per la stagione autunno/inverno 2020/2021 la campagna vendite si’ e’ conclusa a fine febbraio quando solitamente va da gennaio a meta’ aprile. Al contempo i negozi erano chiusi con la merce della primavera/estate da vendere, condizione poi che si e’ riproposta con l’autunno e inverno cancellando di fatto la gran parte delle vendite al dettaglio stagionali”.
Le imprese produttrici hanno avviato poi la campagna
commerciale per la P/E 2021 verso operatori della distribuzione
in grande difficolta’ economica a causa delle mancate vendite durante il 2020 e spesso non in condizione di pagare la merce consegnata dalla produzione, una campagna vendite conclusasi con cali che sono andati dal 30% al 50%.