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Sfiggy a SpazioCima con una domanda: “E se la natura si ribellasse?”

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E se la natura, dopo millenni di soprusi perpetrati dall’uomo, si ribellasse? Cosa accadrebbe se fauna e flora si coalizzassero per schiacciarci? Cosa accadrebbe se, d’un tratto, l’ecosistema si ribellasse e se l’uomo si trovasse costretto a pagare i suoi secolari errori?

Sono queste le domande che si è posto il ferrarese Alessio Bolognesi, in arte Sfiggy, lo street artist protagonista della nuova mostra della galleria romana SpazioCima, in via Ombrone 9. L’esposizione sarà visitabile sino al 2 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15:30 alle 19:30. La mostra, organizzata da Roberta Cima, Pietro Galluzzi e Giuliano Graziani, curata da Massimiliano Sabbion, propone una ventina delle opere dell’artista.

I SOGGETTI IN MOSTRA – Incattiviti scoiattoli diventano bombaroli, delicati cervi con lanciamissili tra le corna, gufi in veste di samurai si armano di katana, rinoceronti dalla corazza rinforzata da armi da fuoco. E poi aquile con missili tra le zampe, rane mitragliatrici, ermellini con lancia, colibrì pronti a provocare la distruzione totale. Compaiono anche organismi unicellulari, forme primordiali, che tornano in vita con rettili preistorici. E’ il mondo della natura che si arma e si ribella contro l’uomo e a causa dell’uomo.

“La sequenza di elaborazioni create da Alessio Bolognesi – spiega Massimiliano Sabbionè popolata da animali ribelli che si rivoltano contro l’essere umano, principale responsabile della sfacelo naturale: l’inquinamento atmosferico e idrico, il riscaldamento globale, la cementificazione, il disboscamento e l’estinzione delle specie sono i motivi che spingono gli animali ad armarsi e combattere. Sono esseri in missione per conto della sopravvivenza e della Natura che, stanca di soprusi e violenze, ha deciso di assoldare “agenti speciali”, arruolati per la difesa globale”.

LA TECNICA DELL’ARTISTA – I lavori presentati da Alessio Bolognesi si presentano con tecnica mista su un supporto particolarmente interessante basato sul recupero di carte autentiche datate tra il 1820 e il 1870: sono vecchi documenti catastali, fogli scritti a mano, schede di registri provenienti dalla zona di Ferrara e provincia, un legame con il territorio e il trascorso che lega l’artista alla città. Carte contabili ottocentesche su cui sono segnati nomi, numeri e segni del tempo.