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Se Madame Bovary parlasse piemontese

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Interpretare  qualcosa o qualcuno è accettare un compromesso, riconoscere l’alterità senza soggiogarla o lasciarsi sopraffare, è la sfida dell’attore che si appropria di una parte che non gli appartiene, a cui tende nell’attesa di diventare personaggio: dare voce all’Altro  è condivisione di parole.

Così Lorena Senestro interpreta Emma Bovary in  “Madama Bovary”, una produzione del Teatro della Caduta al Teatro dell’Orologio dal 15 al 18 febbraio  con la regia di Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini e il sostegno di Mibact e Regione Piemonte. Attraverso un gioco mimetico di irriverenti scambi linguistici la tragica passionalità dell’eroina flaubertiana viene reinventata in dialetto piemontese e la bruma che aleggia sui prati della pianura padana avvolge i paesi della Normandia tra cui si susseguono le vicende sentimentali del romanzo- scandalo di Gustave Flaubert.  L’esperienza personale della vita di provincia dell’attrice si fonde dunque nell’universo francese, che diventa teatro di tradimenti, rivelazioni, maldicenze di paese e confessioni d’amore in una divertente altalena linguistica che rompe la rigidità tragica della vicenda narrata equilibrandola attraverso la fluida parlata dialettale. L’alternanza di toni e idiomi media la frattura emotiva suscitata dall’infausta drammaticità del racconto  e la sensualità dirompente di Emma Bovary viene  interpretata dall’ingegnosa passionalità  di  Lorena Senestro che nell’oscillazione linguistica di proprio ed estraneo riesce a far combaciare perfettamente attrice e personaggio.