In occasione del National Fettuccine Alfredo Day – la giornata che qualcuno anni fa negli Stati Uniti decise di dedicare a questo piatto che è diventato uno dei simboli del Made in Italy – Ines Di Lelio e la sua famiglia festeggeranno i 111 anni delle “bionde al doppio burro” come amabilmente suo nonno Alfredo chiamava la sua creazione.
UNA SERATA RISERVATA ALLA STAMPA E A OSPITI SPECIALI all’insegna degli anni d’oro del suo locale, quelli della Dolce Vita, un pezzo di mosaico nella sua storia, dal 1908 ad oggi.
Tra gli invitati: gli ex grandi della Lazio Pino Wilson e Giancarlo Oddi, il pugile Giovanni De Carolis, il celebre dog trainer Massimo Perla, Gennaro Cannavacciuolo, Philippe Boa, Nadia Rinaldi, Antonio Flamini, Roberta Giarrusso, Roberta Beta, Jane Alexander, Milena Miconi, Luca Magnani, Avio Focolari, Enrica Bonaccorti, Eleonora Vallone, Valerio Rota, Emiliano Sciullo.
Ad accoglierli due modelli evocheranno la famosa scena di Vacanze Romane su una Vespa 50 d’epoca.
A impreziosire la serata sarà Giandomenico Anellino. Il noto artista di fama internazionale, soprannominato dalla stampa “l’uomo orchestra” e “il disegnatore di musica”, che negli anni ha collaborato in qualità di chitarrista, arrangiatore e direttore d’orchestra con i più grandi nomi della musica italiana ed internazionale come Baglioni, Cocciante, Ranieri, Dionne Warwick, Annie Lennox, Brian Adams, Lionel Ritchie, si esibirà per gli amici presenti.
Quest’anno il tema dell’evento saranno gli anni ’50, periodo in cui tutta Hollywood e il grande cinema italiano frequentava questo locale.
Liz Taylor ci tornava spesso, ogni volta con un marito diverso. E ogni volta chiedeva ad Alfredo di togliere dalla parete la sua fot con il marito precedente, per non urtare la sensibilità di quello nuovo. Fino a che Alfredo le dice: “Signora Taylor, forse è meglio che facciamo una foto lei ed io da soli!”
John Wayne non rinunciava mai al suo piatto di fettuccine. Quando arrivava a Roma e alloggiava al Plaza, se le faceva portare direttamente in albergo.
Tra Ava Gardner e Alfredo ci fu subito un’amicizia affettuosa. Quando Alfredo cominciò a star male, nell’ultimo periodo della sua vita, Ava gli fece recapitare a casa un mazzo enorme di rose rosse.
Se è vero infatti che la popolarità di Alfredo affonda le origini nel suo celebre piatto, è altrettanto vero che a fare la differenza è stata la sua capacità di trasformare i suoi piatti in “attivatori” di relazione: piatti semplici, come lui, dal gusto genuino e diretto, con cui egli si prendeva cura dei suoi clienti, che insieme al cibo, godevano di un’esperienza di accoglienza intima e familiare. Non è un caso che Alfredo era sempre in sala, tra i suoi ospiti, per parlare con loro, assicurarsi che stessero bene, stabilire con ognuno un rapporto personale. Attitudine ereditata anche dai suoi discendenti che attualmente gestiscono lo storico locale, ora sotto tutela dei beni culturali per la rilevanza storica sia della sede che dell’attività stessa.
Un affetto che è testimoniato anche dalle infinite foto autografate, che riempiono le pareti, in un collage di tutte le più grandi personalità che hanno fatto la storia dell’ultimo secolo: dagli Onassis ai Kennedy, a Walt Disney, Hitchcock, Ingrid Bergman, Anna Magnani, Fernandel, Roman Polansky, Sergio Leone, Orson Welles, Sophia Loren ma anche star della musica come Frank Sinatra, Ginger Rogers, Ringo Star, Harry Belafonte.