Un mondo tutto bianco, sfregiato da coloratissimi cuscini di scampoli di tessuto stampato. Così Etro abbraccia i suoi ospiti alla sfilata meneghina. Molto breve, ma unica.
La leggerezza dell’esistere sfila sul runaway, la leggerezza dell’etereo nel corpo di ninfe vestite con abiti quasi intangibili, declinate in toni naturali, dal beige al tortora, all’oro; il tessuto morbido modella un corpo che piega la materia senza esserne sedotto; sul panno solo il punto vita vince la guerra di posizione, evidenziato appositamente da tagli ad hoc e fusciacche.
Maniche larghe a tre quarti con eleganti balze e con le lunghezze che, davanti, sfiorano le caviglie riportano indietro a mondi medicei, mentre, da dietro, i vestiti scendono in uno elegante strascico.
I fiorellini o pois piccolissimi, soggetti tanto amati dalla maison, fregiano top aderenti e corti abbinati a lunghe gonne con strascico o giacchine corte e pantaloni morbidi.
Senza vergogna appaiono sul runaway miniabiti, leggiadri, in beige lucido e panna, in tessuti stampati, con solo qualche punta di viola melanzana o blu intenso a dare carattere.No ai colori fissi, i colori che sfumano verso il chiaro o lo scuro naturalmente. Il romanticismo la fa da padrone, con ruches, balze e volant, su casacche, camicie e gonnellone leggere; i pantaloni palazzo vengono ammorbiditi da microtop iperfemminili. Il folk-chic viene definito da insert di pizzo o patchwork.