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Il sapore della scoperta con MADRID-PALERMO alla galleria RvB Arts

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L'opera
L'opera "Morlaco" di Martínez Cánovas, in mostra alla galleria RvB Arts

La sensazione che si ha entrando nella galleria RvB Arts in Via delle Zoccolette a Roma in occasione dell’esposizione “Madrid-Palermo” è forse simile a quella che si prova quando si gusta per la prima volta qualcosa di straordinariamente buono.

La chiave d’interpretazione, lo spunto che fa vedere, che spinge l’osservazione in profondità per comprendere e contestualizzare a fondo le opere degli artisti esposti, la fornisce in una sola parola Viviana Quattrini: “barocco”.

“Barocco” va inteso non solo come tendenza figurativa, ma anche come stile letterario e contestualizzazione storica.

Scrive la Quattrini: “Un’epoca (…) che sembra ripetersi nella contemporaneità (…) con i suoi dubbi e le stravaganze ma anche con un forte ritorno al reale. Quando ai modelli e ai valori si sostituisce la persuasione, che nella società attuale viene amplificata per via di una pervasiva spettacolarizzazione dei prodotti, relazioni e sentimenti, l’arte non può far altro che intervenire con forti sollecitazioni visive”.

Sono proprio la sollecitazione, lo stimolo visivo e quello emotivo il carattere più evidente nelle opere degli artisti spagnoli e siciliani in esposizione; l’osservatore sembra “diviso” da due reazioni opposte: istintiva e profonda che, insieme, creano stupore. Una reazione di vita vera nel mondo cupo e di omologazione industriale che abitiamo, un intenso piacere per gli occhi e per tutto il corpo.

Nel 1986, a Parigi, i fratelli Lumière proiettavano L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat. La leggenda dice che il pubblico si alzò in piedi e quasi scappò per timore di esser travolto dal treno. E’ questo ciò che suscitano negli spettatori i pittori di MADRID-PALERMO. 

Una delle opere che suscita queste reazioni, è “Sting” della giovane artista palermitana Dalila Belato.

Sting e gli altri altorilievi presenti al vernissage, mostrano un gran numero di giochi di contrasti: micro e macro, semplicità e minuzia, emozione e sensazione, realismo e immaginazione. Un’altra dimensione affine alla nostra in tutto e in niente, emozione e materia.

Affine alla Belato, per la comunione tra piccolo e grande, colore (bianco e nero) ed espressività dei volti, le notevolissime opere dello spagnolo Martìnez Cànovas, classe 1980, laureato all’Accademia delle Belle Arti che produce, lavorando su figure umane e accostando ad esse immagini di animali come insetti o rettili, immagini inquietanti ed evocative di emozioni cupe e/o di sorpresa.

Accademico è anche il giovanissimo Luca Crivello, artista del 1992 e, per alcuni aspetti, il più diverso dallo stile e dalle intenzioni dei colleghi: Crivello non rappresenta, evoca; non mostra, suggerisce. Nei suoi delicati lavori si coglie una forte attenzione, più che al particolare (che  caratterizza le altre opere in mostra), alla suggestione emozionale.

Esperienza e grande impatto li vediamo invece nelle opere di Nicola Pucci, pittore siciliano, che mescola immobilità e moto, espressione e dinamismo, serietà e sottile ironia. Intrusione di corpi in potente movimento all’interno di ambienti statici che vengono così sconvolti.

Colpiscono, poi, di Evita Andujar, gli arditi accostamenti di colore e i tratti veloci e decisi, i corpi scissi e in moto statico, una rappresentazione di corpo e psiche in armonie discordanti.

Carne, luce e vita emergono invece dagli inquietanti quadri di un altro giovane, Roberto Calò, palermitano dell’85. Notevoli  i volti terribilmente espressivi e rappresentati in momenti di estasi attraversati da luci che pervadono i sensi e le fisicità dei soggetti.

Peculiare nell’opera di Massimiliano Carollo, invece, è la sintesi di elementi reali e astratti che dona alle opere una particolare e originale espressività e poeticità.

Altro artista che con i suoi lavori si distacca per certi aspetti dagli altri pittori esposti è Luis Serrano, il quale, con le sue rappresentazioni intime e da un forte valore evocativo, sussurra, con colori delicati, malinconia e profondità. Sembra quasi di poter percepire gli odori di ciò che viene rappresentato in una iperrealistica metonimia simbolica.

Opere, dunque, che colpiscono sia a primo impatto, sia dopo una riflessione più profonda. Una cornice suggestiva, come la bellissima galleria sita in una delle vie più centrali e belle della Capitale.

Evento consigliatissimo.

Francesco Morelli