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I Tedranura in live, un concerto che è un racconto

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Colpisce nel segno il concerto dei Tedranura, band etno-folk-pop e latin jazz fondata dal cantautore siciliano Seby Mangiameli nel 2002, insieme al pianista jazz Piergiorgio Monaco e a Filippo Di Pietro, bassista e contrabbassista. I Tedranura realizzano un momento di poesia musicale che si piazza preciso sulle labbra, pronto per essere cantato insieme all’autore e conservato. Ascoltando il loro lavoro si realizza quella sospensione del tempo, intesa come fine di ogni coercizione che è proprio l’ideale della musica. Però non si tratta di un momento di alienazione ma del realizzarsi concreto di un viaggio nella terra di Sicilia. Una terra amata che rantola sotto i colpi del suo difficile malanimo. Una terra che Mangiameli arriva persino a paragonare al Cile di Allende. Ma non solo Sicilia, durante il concerto si vaga, si viaggia: da “Terra Santa”, dedicato alla prima Intifada, testo pubblicato nei social network dallo scrittore Andrea Camilleri, a “Uomini a mari”, scritta per i migranti morti in mare nel dicembre del 1996, passando da “Un Angelo all’inferno”, canzone per Gino Strada, cd singolo, pubblicato nell’ottobre del 2015 che contiene la canzone scritta per il medico fondatore di Emergency (una percentuale delle vendite è devoluta all’associazione). Ogni musica che non dipinge nulla non è che rumore. Diceva bene Jean Baptiste le Rond d’Alembert. Ma qui andiamo anche oltre, qui è prepotentemente presente il reale, nella sua difficile e polimorfa difficoltà. In fondo è meraviglioso che la musica abbia la possibilità di salvarci dall’irrigidimento, dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose.