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IMMAGINARI è il nuovo disco di CANARIE fuori il 16 aprile: un felice naufragio in un mare di pop e malinconia

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N FELICE NAUFRAGIO IN UN MARE DI POP E DOLCE MALINCONIA

IN USCITA IL 16 APRILE PER PORTO RECORDS

In foto: la cipertina di Immaginari – Prima parte firmata da Gianluigi Toccafondo

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Di un solletico universale da provare prima o poi, della noia nel dover sorseggiare sempre lo stesso brodo, delle stagioni che passano inesorabilmente, della pelle che cambia il suo aspetto trasformando gli amanti in licantropi, ciclopi o cannibali di loro stessi.

In IMMAGINARIsecondo disco di Canarie, si parla di tutto questo, ma soprattutto di possibili finali. La band fondata da Paola Mirabella e Andrea Pulcini torna a due anni di distanza da Tristi Tropici, disco d’esordio targato 2019, con un nuovo album in uscita per l’etichetta romana Porto Records anticipato dai singoli Universo (qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=KbNzD-L0fGY) e Brodo (https://www.youtube.com/watch?v=m3u1K_qkJxg).

Una ricca collezione, composta da 16 tracce, che ben si adatta a ogni stato d’animo e periodo dell’anno. IMMAGINARI – prima parte esce il 16 aprile con 8 canzoni, la seconda è prevista per l’autunno 2021.

Al centro della prima parte le relazioni sentimentali, primo tassello di una mappa più ampia disegnata per esplorare universali dubbi e paure umane. Rapporti che pian piano si dissolvono e  finiscono congelati o sotto sale. Quadri che d’improvviso si ribellano alla loro staticità per tuffarsi in un’altra dimensione come fulmini a ciel sereno. Ultime occasioni per ricomporre i propri sogni interrotti, o almeno  illudersi di farlo.

IMMAGINARI è un viaggio che incontra e racconta storie diverse, tra l’ansia di dover cambiare, la voglia di trovare un equilibrio, la malinconia di un amore finito, il desiderio di ritrovarsi. I protagonisti fanno bilanci preventivi della loro vita, si interrogano sul tipo di traccia che hanno lasciato, specchiandosi nel mare o negli occhi dell’altro. In molte canzoni spesso la luce è ingannatrice e le ombre dicono la verità. Per dirla con le parole di Vinicius De Moraes: “Se vuoi dare al samba la bellezza hai bisogno di un poco di tristezza. Tristezza che ha sempre la speranza di non essere triste prima o poi”.

Le isole cantate oggi da Canarie sono così: immerse in mari malinconici, tra venti inquieti e nostalgici. Arcipelaghi circondati da onde di pop elegante, che si sommano a sprazzi elettronico-psichedelici, rock ipnotico, ballate acustiche. Stili e generi differenti che vanno dall’alt-folk da camera di Andy Shauf al lo-fi dei Loving, momenti alt-rock più vicini a King Gizzard e Tame Impala che incontrano ballate suadenti alla Richard Hawley.

Ogni canzone è una storia, fatta di immagini evocative e inedite costruite grazie a una scrittura onirica e sospesa che vive di illuminazioni, si muove nel sogno e di  tanto in tanto fa qualche salto nella realtà. Parole che si fanno attesa ispirandosi alla scrittura di Gesualdo Bufalino, con un taglio cinico e ironico che molto ricorda penne del calibro di Vitaliano Brancati ed Ennio Flaiano.

 

Immaginari di Canarie è un caldo habitat musicale dove perdersi tra sillabe insabbiate e vele trasportare dal maresirene dai denti gialli e contorni di coralliÈ un luogo dove svestirsi e mostrarsi per come si è davvero senza maschere, in cui trovare e canticchiare felicità grazie alla semplicità del mare e il suo moto perpetuo, che altro non è che un eterno e nuovo inizio. Le isole, specie gli arcipelaghi, sono una metafora perfetta delle relazioni sentimentali. Corpi diversi con una propria indole, in lento e continuo avvicinamento o allontanamento.

L’album, interamente scritto e prodotto da Paola Mirabella e Andrea Pulcini, è stato arricchito dal contributo di Emanuele Triglia (Davide ShortyAinè) al basso e Francesco Aprili (Giorgio Poi) alla batteria. I due sono parte integrante della band sin dal tour di TRISTI TROPICI. Parte del materiale di IMMAGINARI è stato registrato al Jedi Sound Studio di Roma da Jesse Germanò che ha curato anche il mix del disco. Il mastering è di Andrea Suriani a cui è stato anche affidato il mix di due brani.