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Francesco: “Annunciare il Vangelo non è una professione. Significa riflettere la luce di Cristo”

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Il significato dell’adorazione dei Magi e’ stato al centro dell’omelia di Papa Francesco nel giorno dell’Epifania. “La Chiesa – ha detto – non può illudersi di brillare di luce propria, non può”. E’ infatti Cristo “la vera luce che rischiara” e nella misura in cui la Chiesa rimane ancorata a Lui “riesce a illuminare la vita delle persone e dei popoli”. Quante persone – ha Aggiunto – attendono il nostro impegno missionario, “perché hanno bisogno di Cristo, hanno bisogno di conoscere il volto del Padre”. E proprio grazie alla luce di Cristo, ha ricordato nella Giornata dell’infanzia missionaria, possiamo “uscire dalle nostre chiusure” e corrispondere “in maniera coerente” alla vocazione ricevuta. “Annunciare il Vangelo di Cristo non è una scelta tra le tante che possiamo fare, e non è neppure una professione. Per la Chiesa, essere missionaria non significa fare proselitismo; per la Chiesa, essere missionaria equivale ad esprimere la sua stessa natura: cioè, essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce. Questo è il suo servizio. Non c’è un’altra strada. La missione è la sua vocazione: far risplendere la luce di Cristo è il suo servizio” I Magi, ha spiegato il Papa, sono “testimonianza vivente” dei “semi di verità” presenti “ovunque”, in quanto dono del Creatore “che chiama tutti a riconoscerlo come Padre buono e fedele”. E la Chiesa ha il compito di “riconoscere e far emergere” in modo più chiaro il desiderio di Dio che ognuno porta in sé, questo è il suo “servizio”.