Le avventure di “Alice nel paese delle meraviglie” e “Al di là dello specchio” sono state rivisitate da generazioni di artisti, filosofi, poeti, registi, ma da questi testi continuano a emergere una moltitudine di possibili interpretazioni.
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia ne hanno tratto uno spettacolo, Alice underground in scena dal 12 al 15 gennaio presso il Teatro Storchi di Modena. Lo spettacolo ha sorpreso e incantato per le sue invenzioni sceniche, sospese tra tecnologia dei video e arte del disegno: Alice Underground è infatti un cartoon teatrale realizzato con più di trecento disegni, dipinti ad acquerello con pazienza certosina e quindi animati in un flusso continuo di proiezioni, nelle quali gli attori in carne e ossa si perdono per poi ritrovare la dimensione del sogno e dell’infanzia. Una scatola magica dove è possibile contestare il senso delle parole, inscenare assurdi indovinelli, mettere in dubbio le nostre certezze.
Accanto ad Alice, interpretata da una “perfetta, anzi perfettissima” Elena Russo Arman, tre attori che danno corpo e voce a ventisei personaggi di Carroll, trasformandosi senza tregua e interpretando dal vivo canzoni che prendono a prestito le note dei Roxy Music, Pink Floyd, dei Beatles e Rolling Stones.
Il titolo dello spettacolo, Alice underground, prima ancora che alludere alla cultura antagonista, ricalca il titolo della prima stesura del capolavoro di Lewis Carroll (scritta e illustrata a mano dall’autore per la piccola Alice Liddell); a sottolineare che si tratta di un viaggio sottoterra, nei territori misteriosi del sogno e dell’inconscio, alle radici dell’individuo e della collettività.