In fondo è uno dei tantissimi paesi medievali dell’Italia centrale. In provincia di Macerata, adagiati sulle colline che guardano l’Adriatico, ce ne sono di bellissimi. Poi, a due passi, c’è Recanati. Ma Montecosaro ha qualcosa che gli altri non hanno. Non c’è bisogno di essere cinefili accaniti per ricordare le locandine dei film di una volta. Quando non c’erano i computer e venivano affidate ai pittori. Ecco, Montecorsaro è sede dell’unico museo al mondo che raccoglie i cartelloni originali dai quali sono state tratte le locandine dei film. Si chiama, non per caso, Museo del cinema a pennello (www.cinemaapennello.it ). Tanti gli uomini di cinema che l’anno visitato. A fine luglio è annunciato l’arrivo di Giancarlo Giannini a Palazzo Marinozzi, sede dell’esposizione. Qui i visitatori potranno ammirare le opere dei maggiori cartellonisti del cinema. Quei pittori di manifesti che vanno dai maestri Ballester, Capitani, Martinati, Brini, Nano, Manfredo, De Seta, Manno, Olivetti, Cesselon, Geleng, Ciriello fino agli ultimi discepoli come Simeoni, Nistri, Iaia, Putzu, Casaro, Avelli, Biffignandi, Mos, Gasparri e tanti altri.
È un’importante occasione per ammirare i bozzetti originali dai quali venivano poi stampati i manifesti di film indimenticabili come Ombre Rosse, Fronte del porto, Ben Hur, Don Camillo, L’armata Brancaleone, I soliti ignoti, Un dollaro d’onore, Sedotta e abbandonata, I vitelloni, La grande guerra, La Valle dell’Eden, Il gigante, Poveri ma belli, Psyco, Colazione da Tiffany, C’era una volta il West, Profondo rosso, Febbre da cavallo ed altrettanti capolavori dipinti per pellicole famose. “Si tratta – sottolinea Paolo Marinozzi – di un dovuto tributo alla carriera di certi pittori che hanno il merito di aver lasciato alla storia italiana un grande patrimonio artistico e culturale. Parte del quale è in bella mostra proprio in una piccolissima realtà paesana dove, alla appassionata dedizione di un singolo personaggio, si fonde armoniosamente un radicato collante familiare in un ambiente spontaneamente ospitale”.