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Al teatro India debutta il progetto Domino

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Al Teatro India di Roma, il 12 e il 13 dicembre 2016, debutta il progetto Domino, ideato e realizzato dai  giovani registi Irene Di Lelio e Manuel Capraro. Dalle ore 21.00 il 12 dicembre e dalle ore 18.00 il 13 dicembre, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Storia dell’Arte e dello spettacolo, si alterneranno sul palcoscenico di Lungotevere Vittorio Gassman, due produzioni indipendenti, due spettacoli complementari, due testi diversissimi, oggetto del seminario “Analisi della drammaturgia del testo, dell’attore e della messa in scena – Processo creativo e compositivo di uno spettacolo”: Fabrizio scritto e diretto da Manuel Capraro, in scena Antonello Azzarone, accanto a un grande classico Il rinoceronte di Eugene Ionesco, per la traduzione di Giorgio Buridan e la regia Irene Di Lelio, con Gabriele Abis, Antonello Azzarone, Giulia Carpaneto, Luca Mazzamurro, Lorenzo Tolusso. Due dense serate teatrali dedicate al tema della dominazione, dell’ io domino da cui il progetto prende il nome. Cinque attori che cambiano continuamente corpo, abito, pensieri, atteggiamenti e pelle. Diciotto vite avviluppate nel loro stesso istinto che non li abbandona e li costringe a essere prede di un meccanismo relazionale sottile ma atroce.

FABRIZIO scritto e diretto da Manuel Capraro                                                                                

 Questo spettacolo è l’ultimo ballo, l’ultimo delirio, l’ultimo urlo di un giovane uomo che ha perso tutto, che è rimasto solo ed è stato rinnegato da un mondo che lo schiaccia, lo DOMINA e lo vomita, perché soddisfatto della propria ignoranza e del proprio egoismo. Lo stesso mondo in cui l’unica cosa che conta è il denaro, in cui i sentimenti, le emozioni, la musica, il movimento non sono concessi. FABRIZIO è la necessità di aggrapparsi a qualcosa di profondo ed eterno nel marasma di delusioni e sconfitte che oggi ci circonda. La scena è coperta di bidoni della spazzatura colorati. La sua immaginazione e le sue allucinazioni ci traghettano all’interno dei ricordi e ci fanno entrare nel Burlesque Club del suo grande amore, la star: Mirandolina. FABRIZIO è il grido di una generazione che non si arrende e che lotterà fino all’autodistruzione. Atto unico che si ispira e reinterpreta alcuni personaggi e tematiche de La Locandiera di C. Goldoni.

IL RINOCERONTE di Eugène Ionesco, diretto da Irene Di Lelio

Un’epidemia prende corpo. Lentamente si disegna dentro gli organi delle persone, modifica il loro Essere, la loro forma mostruosa di uomini. Esplodono le rivendicazioni di ansie e angosce che reprimono, che li schiacciano. Il rinoceronte, a discapito dell’uomo, è la novità, la bellezza, la soluzione ai problemi. Un Universo al contrario, dove vince l’istinto, la rivalsa, la superficialità di giudizio. Le relazioni diventano primordiali, senza coinvolgimento mentale, emotivo. L’inquietudine, la malinconia e la paura del senso del nostro esistere, è messa all’angolo, è annullata. La forza, l’arroganza, la voglia di schiacciare e DOMINARE gli altri, primeggia. Bèrenger è circondato dalle sue paure che lo ingoiano e lo risucchiano. Una realtà inventata, assurda è la metafora della mancanza di giudizio che pervade il nostro secolo. Come in un incubo, Bèrenger sceglie le maschere che i personaggi indosseranno per umiliarlo e poi schiacciarlo. Una grande allucinazione che lo ingloba dentro le sue paure esistenziali che prendono corpo e pulsano davanti ai suoi occhi.