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Amletò: al Teatro La Comunità una delle opere shakespeariane più rappresentate assume un nuovo tono

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Un nuovo tono, ancor più intenso ed elevato per una delle opere shakespeariane maggiormente note e rappresentate: l’Amleto diventa Almletò, in scena fino al 6 dicembre al Teatro La Comunità, in collaborazione con la Compagnia Umberto Orsini e Teatro Galleria Toledo. Un accento grave viene aggiunto  al dramma, rendendolo paradossalmente più acuto nel trasmettere la passione e il dolore di questa tragedia. La regia di Giancarlo Sepe( con la Collaborazione alla produzione di Pino le Pera) interpreta un Amleto errante nello spazio e nel tempo, che dalla Danimarca approda nella Parigi del 1939, in un groviglio di rivalità, gelosia e sensualità che lascia trasparire una narrazione da “I Parenti Terribili” di Jean Cocteau.  Amletò  ( Guido Targhetti) si muove senza sosta in un novecentesco scenario  francese che fa presagire l’imminente guerra ( scene e Costumi di Carlo De Marino).  Ofelia ( Federica Stefanelli), Gertrude ( Emanuela Panatta) Claudio ( Alessio de Caprio), il Re (Manuel D’Amario),  Laerte ( Cesare d’Arco),  Guilderstein ( Federico Citracca) e Rosencratz ( Sonia Bertin )  sono liberati dagli stereotipi con cui si offrono da sempre al pubblico dei lettori del testo di Shakespeare  vengono immessi  in un andirivieni contradditorio di danze e duelli, amore e disperazione, sogni e apparizioni elegantemente  ricomposti  da un nuovo linguaggio drammatico:  la prolissità del dialogo viene abbandonata per esprimere il contrasto tragico anche attraverso l’impatto cromatico di luci e ombre ( disegno luci: Guido Pizzuti) o nell’alternanza di voci soavi come quelle di Josephine Baker, Arletty, Marguerite Boulé ( musiche a cura di Davide MastroGiovanni e Harmonia Team)  e ritmi sinistri e inquietanti. La tragedia dunque cambia il luogo e il momento dell’azione,  e conformandosi ad essi ne riceve un impulso tale da accentuarne  la  forza spettacolare e l’ impeto emozionale.