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La Medea di Euripide in Toscana, non lo perdere

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Dopo l’entusiasmante successo della scorsa estate al Teatro Romano di Fiesole, Medea con la regia di Gabriele Lavia arriva al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci da martedì 1 a domenica 6 marzo. Un lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana con il Teatro Stabile di Napoli, che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita: Federica Di Martino è Medea, Daniele Pecci è Giasone. Una Medea della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche, sullo sfondo di una rilettura dove a emergere è la modernità della potenza passionale e devastatrice della protagonista. “È un testo sconvolgente”, afferma Lavia, “di una bellezza e di una contemporaneità commoventi”.

Lo spettacolo sarà poi l’8 e il 9 marzo al Teatro Sociale di Como.

 

Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco (almeno quello che è arrivato sino a noi) protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo, al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci da martedì 1 a domenica 6 marzo, il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero. Lo spettacolo è prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana insieme con il Teatro Stabile di Napoli.

“Medea è una donna tradita”, spiega il regista, “è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento”.