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Polar, uno spettacolo che sembra più un duello e il palco un ring

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Wyke è un drammaturgo di testi noir. Sua moglie Maggie vive con il suo nuovo compagno Tindle, un attore. Wyke e Tindle s’incontrano nella residenza del primo. Più che un incontro il loro sembra uno scontro, dove le armi non sono sempre pari. Ne esce fuori un duello violentemente raffinato.

“Polar” si ispira all’ultima opera di Harold Pinter: la sceneggiatura del film de Gli Insospettabili uscito nel 2007. Lavorare su una sceneggiatura pone di fronte un testo pronto ad essere contraddetto, asciugato, ripulito e soprattutto neutralizzato superficialmente. Neutralizzare per rendere più nuda la scrittura in modo da ottenere una partitura più precisa, mantenendo i contenuti primitivi togliendo tutto il possibile superfluo. «Lavorare su Pinter significa lavorare sulla contraddizione e in questo caso specifico sul concetto di vero e falso nel teatro. Dunque il testo diviene un’esplorazione di un oggetto che ruota attorno al concetto di vero e falso. Si presenta un duello, un combattimento tra due dispositivi, quello della verità e quella della falsità. Polarè un ring, una camera nel limen, dove non si sa mai da che parte stare». Spiega il regista Antonio Sinisi.

La scena si compone di forme geometriche primarie e oggetti di artigianato, come fossero giochi per bambini «il tutto per riportarci all’essenza delle cose, all’essenza del pensiero. Solo cercando di tornare all’essenza c’è la possibilità di cogliere i concetti di vero e falso mescolati nello stesso spazio, ammettendo che nel teatro la contraddizione è la regola e il vero e il falso possono essere la stessa cosa».

Teatro Studio Uno
dal 7 al 17 aprile 2016