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MEDIOEVO/IL VIAGGIO. Il lento cammino dei pellegrini verso Gubbio (3)

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Gubbio, piazza Grande sostenuta dagli Arconi

Lo stato di conservazione del manoscritto rende impossibile seguire in maniera piana e senza intoppi la via di frate Fioravante da Perugia e dei suoi sei allievi. Poco dopo la loro partenza dal convento di Morlupo, martedì 10 maggio, il racconto si interrompe per riprendere con continuità solo all’arrivo ad Assisi, verso il mezzogiorno di sabato 14 maggio 1356. Ma ciò che rimane del testo originale permette di congetturare non poco della peregrinazione dei nostri amici. Almeno se si hanno le competenze di Marcello Lucarelli Bonfatti, il noto erudito eugubino autore di una Ipotesi sul viaggio da Roma ad Eugubium descritto in una anonima cronica del secolo XIV. Nel dare notizia del rinvenimento dell’anonimo documento, questo inedito saggio datato 1888 si apre con una traduzione italiana dell’originale latino. Avvertendo come, «nel mutamento di prospettive degli studi tardomedievali, il latino e il libro rimanevano gli strumenti comuni al vagante popolo docente e studentesco, tenuto altresì insieme dall’iniziale vocazione alla conoscenza, dall’uniformità di status, dalla forma di vita e dalla condotta, come attesta quel nos fuimus in Garlandia in cui si condensa il rimpianto per l’esperienza studentesca e l’orgoglio di appartenere ad una élite, ad una collettività pronta a lasciare la propria terra nel tentativo di conquistare terre aliene armati di nobile coraggio e di sete di avventura, tanto che nel romanzo cinquecentesco Lazarillo de Thormes, anch’esso provvidenzialmente anonimo, la strada è detta “maestra” e designata a servire da docente e da discente».

Ma Lucarelli Bonfatti fa molto di più. Egli ricostruisce l’intero percorso del viaggio in questione, comprese le tappe intermedie tra le uniche due di cui conserva traccia il manoscritto originale, l’iniziale Roma-Morlupo e la finale Valfabbrica-Gubbio. Infatti, “considerato che i tratti in questione misuravano al tempo, rispettivamente, 30 e 34 chilometri, possiamo con ragionevole certezza fissare intorno ai 30 chilometri la media della distanza percorsa in ognuno dei sei giorni dai protagonisti del viaggio da Roma a Gubbio, centri separati da poco più di 200 chilometri”. Ora, siccome il tragitto da Roma a Foligno per l’antica Flaminia e da Foligno a Gubbio per il sentiero francescano misura lo stesso numero di chilometri, e visto che nel testo superstite si fa esplicita menzione di tali località, siamo legittimati a ipotizzare che questo sia stato il cammino dei nostri eroi”. Ipotesi confermata dagli indizi superstiti offerti dal testo, dove si parla del «romitorio di Montelupo scelto da Francesco nella valle di Spoleto perché luogo deserto, ma anche della strada verso Foligno da Lui percorsa tante volte per raggiungere uno dei suoi primi ospedali di lebbrosi. E che dire del monte Vettore, luogo ardentemente bramato dai veri seguaci del Santo di Ascesi?». Ma sono le vicende occorse a Fioravante e ai suoi allievi a permettere a Lucarelli Bonfattidi giungere alla ricostruzione di un percorso spaziale capace di farsi lezione di vita, e che qui pubblichiamo per la prima volta:
«Primo giorno. Roma-Morlupo. Dove il cammino dà a Fioravante l’occasione di una istruttiva lezione sugli iscopi del viaggio.
Secondo giorno. Morlupo-Borhetto. Dove maestro e allievi, discesi dall’altro alto sperone roccioso a dominio della valle del Tevere, ci incontrano i romei diretti a Roma e meditano su conchiglie e cappelli, furti e tentazioni.
Terzo giorno. Borghetto-Pantano [?]. Dove la carovana giunge in una località imprecisata del piano tra Narni e Terni.
Quarto giorno. Pantano [?]-Spoleto. Dove Boezio da Parma si ubbriaca con un viandante facendo arrabbiare il maestro, che tiene un sermone sul concetto francescano del giullare di Dio.
Quinto giorno. Spoleto-Foligno. Dove cantando la magnificenza del creato i pellegrini giungono sotto la pioggia a Foligno, avvertendovi ovunque la presenza in ispirito di Paoluccio Trinci
Sesto giorno. Foligno-Valfabbrica. Dove l’autore del manoscritto si separa dall’anziano maestro dopo averlo visto piangere davanti agli affreschi di Simone Martini e prima di unirsi a un cavaliere per raggiungere Valfabbrica.
Settimo giorno. Dove il novizio giunge a Gubbio in compagnia del cavaliere seguiti da una turba gaudente, riabbraccia il padre e entra nella città in festa per il Santo Patrono, conoscendovi messer Fabritius de Cece».

3 – Continua

Le puntate precedenti:

https://binrome.com/eventi/verso-il-festival-un-manoscritto-ritrovato-un-viaggio-medievale-direzione-eugubium-1/

https://binrome.com/eventi/verso-il-festival-il-cammino-medievale-verso-il-regno-dei-cieli-2/

Info: www.festivaldelmedioevo.it