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l Teatro del Carretto a Roma il personaggio di Caligola e i suoi drammi interiori diventa il pretesto per esplorare il mondo giovanile con i dubbi verso il futuro

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Il Teatro del Carretto presenta in prima regionale CALIGOLA_UNDERDOG/UPSET il 5 febbraio alle 21.00 e il 6 febbraio alle 17.00 al Teatro Biblioteca Quarticciolo. La figura di Caligola, costruita sull’attore Ian Gualdani dal regista Jonathan Bertolai, è il pretesto per indagare il mondo giovanile con i dubbi nei confronti del futuro, uno spettacolo forte e . Un tema che oggi si rivela ancora più di scottante attualità, innestandosi in un panorama caratterizzato da un’incertezza globale in termini economici, politici e culturali, oltre che sanitari. La ricerca sonora di Hubert Westkemper, premio Ubu 2005 e 2019, già sound designer di numerosi artisti internazionali di fama e del Teatro Del Carretto, in sinergia con le luci di Orlando Bolognesi rafforza l’alternanza fra il dissidio interiore e la freschezza dell’essere giovani.

Dopo la pomeridiana di domenica 6 febbraio la compagnia incontra il pubblico, modera la giornalista Viviana Raciti.

Il desiderio che ha guidato lo studio e la drammaturgia di questo spettacolo è nato nella primavera 2019, ben prima della pandemia che ci ha colpiti, e ha trovato in questi ultimi mesi nuovi motivi di urgenza. Così come Caligola voleva “semplicemente” la luna, anche al giorno d’oggi le nuove generazioni si scontrano con un mondo assurdo, nel quale devono conquistare il loro diritto di esistere e di emergere, a partire da un contesto a loro completamente sfavorevole. Devono combattere come se fossero su un ring, e, per continuare in questa metafora, come un pugile dato per sfavorito (underdog) a volte riescono con determinazione e follia a ribaltare i pronostici (upset).

“Oggi Caligola abita solitario il regno del suo spirito malato, tanto sopraffatto dal peso di un lutto esistenziale da trascinare la sua vita verso l’abbandono dell’umanità. Immaginario e realtà, ricordo e avvenire, logica e follia, si fondono rapsodicamente nella sua mente fratturata.

Confinato nel suo spazio mentale frammentato, sempre più rotto e logoro e distorto. Si trova riflesso infinitamente su se stesso e sui monitor, invaso dai suoni e dai suoi stessi pensieri. Il corpo in scena diventa pancia, spasmodico, delirante, irrefrenabile, fino a quando non esaurisce l’energia. Finché non resta niente, nothing (per riprendere l’introduzione musicale).

Il non senso della vita… poiché Caligola non riprendendosi dalla perdita di Drusilla e trasformando quel lutto nel lutto stesso dell’esistenza, inizia un percorso distruttivo e autodistruttivo. Una parabola destinata al fallimento poiché non basterà neppure la morte a spegnere il tormento del giovane.

La scoperta della morte, la perdita dell’amore, scatenano una metamorfosi in Caligola, una rinascita nel vuoto, insostenibile per un essere umano. Il suo desiderio impossibile difatti diventa quello di uscire dalla condizione umana, dalla miseria dell’esistenza umana.

I canopi, le statuette che lo circondano sono bambini. Caligola ha perduto il rapporto con l’infanzia, con la vita vissuta nel presente, con il gioco, con la natura. Aspetti di sé che tornano a visitarlo e che lui continua a distruggere. Caligola non muore, o forse è già morto, o è ancora nel momento del trapasso. Ciò non cambia la sua sofferenza.”

Jonathan Bertolai

Teatro Biblioteca Quarticciolo

Via Ostuni 8, Roma

5 e 6 febbraio