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Le atmosfere di Marco Conidi sul palco del Lanificio 159

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Si è svolto il 9 marzo al Lanificio 159 di via di Pietralata il concerto di Marco Conidi e della sua nuova band. Il cantautore romano, cofondatore dell’Orchestraccia, intraprende una nuova via musicale portando sul palco un repertorio composto da pezzi propri e cover, che ripercorre brani già affermati della sua carriera, qualche nuovo inedito e i classici della canzone popolare romanesca. In apertura, un altro cantautore romano: Fabio Senna, che intrattiene con la sua chitarra e i testi semplici un pubblico pacato e ammirante.IMG_1335
A seguire, Lorenzo Delli Priscoli con la sua band fa divertire con il pezzo “Direzione Anagnina”, proponendo un rock ironico e surreale, sullo stile degli Skiantos, contornato da siparietti comici. È il turno di Marco Conidi, accompagnato da talentuosi musicisti: Fabrizio Lo Cicero alla batteria, Fabio Accurso al basso e Jose Ramon Caraballo Armas alle percussioni costituiscono una portentosa sezione ritmica, ricca e solida. Le chitarre di Salvatore Romano sanno essere graffianti e pulite con estrema naturalezza e Angelo Capozzi dimostra di essere una grande risorsa sul palco, sfoggiando una notevole capacità come polistrumentista (fisarmonica, ukulele, chitarra).

Marco Conidi sul palco è grintoso e a suo agio, tiene saldamente le redini della serata e crea un’atmosfera di divertimento e, quando serve, di malinconia. I testi denotano grande abilità da cantautore e arrangiatore, capace di grande sensibilità. Il repertorio include svariati generi: dalla bossanova al rock, passando per il pop e il folk, sullo stile di Zucchero. Il pubblico è affezionato (si cita la presenza anche di Niccolò Fabi) e, seppur piccolo, dimostra tutto il suo calore al cantautore, che interagisce con affabilità creando un’atmosfera piacevole.Se in alcuni momenti l’esibizione rischia di soffrire di monotonia, è grazie  a Giorgio Tebaldi, al trombone, che si dona colore tramite vivaci parti strumentali. Insomma, lo spettacolo di Conidi e della sua Full Band alterna momenti di divertimento a momenti più raccolti, strizzando l’occhio al cantautorato romano di una volta ma con una vena di modernità.

Simone Zangarelli