Il primo spettacolo della mini-rassegna, “Still Life” (12-14 maggio), affronta gli argomenti del bullismo omofobico, della violenza psicologica e della discriminazione traendo spunto dalla vicenda di un ragazzino suicidatosi perché deriso dai suoi compagni di classe a causa della sua presunta omofobia. Così come racconta il duo: “Metti un’età dell’uomo, l’adolescenza, quando cominci a formare un’identità ma hai bisogno di stabilire una rete sociale. Metti la fantasia, che ti attraversa da sempre e vorresti abitarla. Metti l’ignoranza degli altri, il timore del diverso, l’angoscia che non ci sia un ordine preciso sulla Terra. Metti un colore, il rosa, da sempre sinonimo falso di femminilità, di morbidezza emotiva. Metti lo sconforto, quando sei solo e sospetti che il dono sia condanna. Metti tutto insieme e il risultato sarà l’Olocausto”.
Il secondo, “Macadamia Nut Brit” (15-17 maggio), è un omaggio a Dennis Cooper. Al centro della vicenda vediamo tre ragazzi e una donna, seriale consumatrice di telefilm, in un mondo lacerante in un mondo dove partecipare al Grande Fratello è considerato il massimo della popolarità.
Il terzo e ultimo spettacolo, “Imitationofdeath” (19-21 maggio), si ispira ai racconti di Chuck Palahniuk e ruota attorno alle contraddizioni dell’uomo di oggi. Spiegano infatti Ricci e Forte: “Siamo nel regno della mediocrità, della rivolta autolesionista, della degenerazione etica che prende forma attraverso un incessante assaggio della vita reale e delle sue infinite varianti di sopravvivenza”.